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Inchiesta Covid, le accuse di Crisanti: "Il piano tenuto segreto per non allarmare"

crisanti-microbiologo

CAGLIARI. Dal 2004 al 2020 "non sono mai state intraprese attività per valutare lo stato di attuazione del Piano Pandemico Nazionale e verificare la preparazione dell'Italia di fronte al rischio pandemico".In più, già a fine febbraio 2020 "Cts e Speranza conoscevano dati che dimostravano uno scenario catastrofico". Lo scrive il microbiologo Andrea Crisanti nella consulenza per l'inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana, che vede tra i 19 indagati l'ex premier Conte, l'ex ministro Speranza e il governatore Fontana.

Toccherà al Tribunale dei Ministri di Brescia valutare la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza. Secondo l'accusa ci sarebbero stati una serie di ritardi e omissioni dovuti alla mancata istituzione della zona rossa e alla non applicazione del piano pandemico influenzale del 2006, quello che tre anni fa era in vigore in quanto mai aggiornato. "Ora denunce per non aver chiuso a sufficienza, in precedenza invece per aver chiuso", ha commentato l'ex premier Giuseppe Conte, che ha detto di aver riferito alla Procura sulla zona rossa e di essere "tranquillo".