LONDRA. La notizia era nata come bufala, adesso c'è l'evidenza scientifica: il vizio di farsi i selfie è una patologia, si chiama selfite, e ha tre livelli di gravità. Un gruppo di ricercatori della Nottingham Trent University e della Thiagarajar School of Management a Madurai (India) ha messo a punto una scala utile per la valutazione della gravità, che si può riscontrare in tre tipi di pazienti: borderline, acuto e cronico. Lo stato di borderline si verifica quando le persone si fanno selfie almeno tre volte al giorno, ma non li pubblicano sui social. Chi soffre di selfite acuta fa molti selfie e li pubblica online. Cronico, invece, chi sente un bisogno incontrollabile di scattare foto di se stesso 24 ore su 24, pubblicandole su Facebook e Instagram più di sei volte al giorno.
Cronico, acuto e borderline: ecco i pazienti colpiti da "selfite" secondo una ricerca scientifica
- Redazione