BRINDISI. "Ho finito ora, sono stanca morta". Così scriveva al fidanzato prima dello schianto Sara Viva Sorge, la giovane infermiera che ha perso la vita tragicamente finendo con la sua auto contro un palo dopo un doppio turno notturno nella clinica in cui lavorava. In un messaggio vocale all’amica, di cui dà notizia la Stampa, diceva: "Secondo te è normale? Oggi smonto e devo fare pure la notte".
Stava tornando a casa all’alba dalla seconda notte di fila trascorsa nella struttura della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica. Il padre, preoccupato per il ritardo, era andato lui stesso a cercarla e a fare la tragica scoperta.
"Aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo", fanno sapere dalla Fp Cgil Brindisi e dallo Sportello Salute Sicurezza Cgil Brindisi. "Questa volta - hanno aggiunto i sindacati - non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno grave e non solleva interrogativi su una lavoratrice assunta da poco e subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata. Spesso per una unità lavorativa si arriva a gestire dieci degenti con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive".