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Nega la Shoah e insulta Primo Levi: indagato insegnante negazionista

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PALERMO. Nei campi di concentramento gli ebrei avrebbero usufruito di ogni comfort. Primo Levi era "una testa si cazzo, un coglione". La Shoah sarebbe una montatura. Queste sono solo alcune delle "lezioni" di Gino Giannetti, docente del liceo artistico di Palermo "Eustachio Catalano".

Giannetti era già stato richiamato diverse volte dal preside dell'istituto, Maurizio Cosumano, per il suo linguaggio scurrile. Stavolta però sono state le chat con una studentessa del quinto anno a inchiodarlo: per "prepararla all'esame" le avrebbe inviato foto, video e link ad articoli che negano l'esistenza della Shoah. E stavolta la ragazza l'ha denunciato a un'altra insegnante.

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Il professore è stato subito estromesso dalla commissione di maturità e la Digos di Palermo ha aperto un'indagine su di lui. Il negazionismo infatti da alcuni anni è diventato reato. La condanna per la "propaganda di crimini di guerra, con basi negazioniste" potrebbe costargli dai due ai sei anni di prigione.

Le forze dell'ordine non sono le uniche a "indagare" su Gino Giannetti: sono decine gli italiani che cercando il suo profilo su Facebook lo contattano, pubblicamente o privatamente. "Sono un ebreo naturalizzato italiano. Insegno anche io. Può anche odiare il mio popolo, ma lei si deve vergognare", si legge tra i tanti commenti. E ancora: "Credo che la sua carriera scolastica finisca qui".