ROMA. Assolta perché il fatto non costituisce reato. Il sindaco di Roma Virginia Raggi esce indenne dal primo grado del processo per falso ideologico sulle nomine. Alla fine dell'udienza l'esponente del Movimento 5 Stelle, visibilmente commossa, ha detto: "Spazzati via due anni di fango".
La vicenda è nota. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la Raggi "mentì alla responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016" perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, rischiava di essere indagata e, ha sostenuto il pm Paolo Ielo, "in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi". Subito dopo il sindaco della Capitale aveva sostenuto che il codice etico no è mai stato applicato in un caso simile, quindi non ci sarebbe stata la necessità di mentire per quello scopo.
E stamattina, prima della pronuncia della sentenza - forse per cercare di fornire ai giudici materiale extraprocessuale, ovviamente inutilizzabile - dal Blog delle Stelle era arrivata una precisazione: "Non esiste un codice etico antecedente a quello attuale, esiste, invece, un codice di comportamento per i candidati eletti del MoVimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma del 2016". La piattaforma di comunicazione del Movimento specifica che: "L'articolo 9 di tale codice prevedeva al capo A l'obbligo per il sindaco di dimettersi 'se, durante il mandato sara' condannato in sede penale, anche solo in primo grado' o 'l'impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al MoVimento 5 Stelle, mediante consultazione in rete, ovvero i garanti del movimento decidano per tale soluzione". Quindi il blog sottolinea: "Non esisteva alcun automatismo ma un meccanismo che comportava una valutazione caso per caso. A conferma di quanto sopra, la stessa sindaca ha correttamente ricordato i casi dei sindaci Federico Pizzarotti e Filippo Nogarin i quali, a seguito della loro iscrizione nel registro degli indagati per due differenti eventi, non si sono dimessi e non hanno subito alcun procedimento disciplinare per tale motivo. Si precisa che il sindaco Pizzarotti e' stato sospeso per non aver dato comunicazione del procedimento di cui era a conoscenza da vari mesi e non gia' per il procedimento in se'". E ancora: "La stessa Virginia Raggi, pure indagata nel luglio 2016 dalla procura di Roma (procedimento immediatamente archiviato), non ha subito alcun procedimento disciplinare".
Processo nomine, Raggi assolta: "Spazzati via due anni di fango"
- Redazione