CAGLIARI. Una stangata per i comuni cittadini, ma non solo: la Tari, la tassa sui rifiuti, a Cagliari è come una pietra al collo per le imprese. Mentre il costo per la gestione e lo smaltimento dell'immondizia è nella media nazionale in Sardegna in generale, nel capoluogo i titolari di attività commerciali e professionisti pagano molto più che nel resto d'Italia. Lo rivela una ricerca di Confcommercio (basata su dati del 2016) che conferma la continua crescita della Tari a Cagliari: n Sardegna un ufficio o uno studio professionale può pagare dai 2,12 (Oristano) ai 4,76 euro al metro quadrato (Cagliai), per i negozi di abbigliamento le richieste locali variano da 2,77 (Nuoro) ai 4,71 euro (Cagliari) al metro e nel caso dei supermercati i valori triplicano, dai 2,57 euro al metro chiesti a Oristano agli 8,57 richiesti a Cagliari.
"La tassa Tari continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, per le imprese del nostro territorio. La nostra regione rispetto alle altre e alla media nazionale", spiegano da Confcommercio, "si colloca in una buona posizione. Secondo gli ultimi dati del portale dell'associazione relativi al 2017 i ristoranti, pizzerie e pub in Sardegna pagano 11,37 contro una media nazionale di 13,72". Ma le differenze di costi tra i vari centri sono considerate ingiustificate.
“Sarà fondamentale”, ha spiegato Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio Sud Sardegna, “anche a livello regionale, introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza ed a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione tra la componente domestica e non domestica e tra parte fissa e variabile. Per esempio si potrebbero raggiungere già degli ottimi risultati razionalizzando le gare d’appalto per la concessione del servizio raccolta rifiuti”.