CAGLIARI. “Chi ha davvero a cuore i temi ambientali e lo sviluppo della Sardegna non può mettere in dubbio la metanizzazione, perché è indispensabile sia per contribuire a una forte riduzione delle emissioni climalteranti, sia per recuperare uno dei principali fattori di penalizzazione del sistema sociale, economico e produttivo dell’Isola”: così il segretario generale della Cgil Sarda Michele Carrus risponde a chi vorrebbe stoppare un progetto ormai ampiamente condiviso, dopo anni di studi e di battaglie, dal mondo scientifico e accademico, da quello delle imprese e dei lavoratori, da gran parte delle stesse associazioni ambientaliste e culturali, dalle istituzioni a tutti i livelli. Il riferimento è al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e alla truppa di deputati del Movimento 5 Stelle.
“Come si fa a sostenere che i sardi, unici in tutta Italia a non aver accesso a questa essenziale risorsa, debbano continuare a rinunciare al metano e alle opportunità che offre? Perché rinunciare alla solidarietà nazionale finalmente ottenuta, a fatica, per questo progetto strategico? Perché rinunciare all’opportunità di rendere la nostra Isola un punto di riferimento strategico per i traffici marittimi nel Mediterraneo, che non a caso potranno usare soltanto Gnl sin dal prossimo 2021?” chiede il segretario Carrus, sottolineando gli immediati benefici della metanizzazione: “Risparmi in bolletta per famiglie e imprese, riduzione impatto ambientale, sicurezza e stabilità della rete energetica regionale, nuovo impulso ai sistemi produttivi”.
Evidente la preoccupazione per le recenti prese di posizione degli esponenti dei 5Stelle: “Stupiscono le dichiarazioni dell’impertinente ministro Toninelli, che ha liquidato la metanizzazione come obsoleta quando invece il pertinente ministero dello Sviluppo Economico ha inserito la Sardegna nella rete nazionale dei gasdotti, quando a livello globale il metano è indicato come miglior fossile di transizione verso la decarbonizzazione, quando lo stesso Piano energetico regionale, che aveva già anticipato quest’ultima al 2040 (la Strategia energetica europea la prevede al 90% entro il 2050) pianificando un completo approvvigionamento da fonti rinnovabili, inserisce questo percorso dentro il quadro imprescindibile della metanizzazione”.
Ancor più gravi il segretario della Cgil trova le dichiarazioni dell’onorevole Vallascas, che dovrebbe conoscere la società sarda, il suo divario di sviluppo e i maggiori costi energetici che sopporta per usi civili e economici, il suo programma energetico e ambientale, e quindi anche i vantaggi connessi alla riconversione a metano delle attuali centrali termoelettriche. “Il punto è come ci arriviamo a quegli obiettivi di tutela ambientale che tutti condividiamo, che necessitano di ulteriori sviluppi tecnologici e di un tempo adeguato per andare a regime. Dobbiamo essere chiari sul fatto che è ineludibile una fase di transizione e che questa si basa sul metano, anche per ridurre ancora le attuali emissioni, che peraltro la Sardegna ha già ridotto molto più delle quote ad essa assegnate: privare l’Isola di questa risorsa significa non solo rinunciare a importantissime prospettive di sviluppo, ma imporle persino un impatto ambientale decisamente più negativo. Realizzare i rigassificatori e la dorsale di distribuzione del metano e i depositi costieri di Gnl programmati, significa invece lavoro oggi e domani, vantaggi per le famiglie, per l’economa e per l’ambiente”. Da qui le conclusioni: “La vera riconversione ecologica non può che passare per il metano e chi dice il contrario o ignora il contesto nel quale viviamo, compreso ciò che oggi ruota intorno alle rinnovabili, oppure non ha a cuore gli interessi dei sardi. Occorre certezza dei programmi e degli investimenti che autorità pubbliche e soggetti privati devono realizzare, avviandoli subito, non dubbi ed esitazioni, perché il tempo stringe ed entro il 2027 va adeguato il parco di generazione termoelettrica ai piani ambientali già decisi, altrimenti rischiamo effetti economici e sociali catastrofici. Basta propaganda: a questo punto improvvisazione e superficialità non sono più
ammissibili”.
L’appello del sindacato, quindi, va alle istituzioni coinvolte, la Regione e il Ministero dello Sviluppo Economico, affinché accelerino il percorso avviato e favoriscano tutte le condizioni per completare il progetto prima possibile.