CAGLIARI. Altro che prima l'Italia. "Quello slogan ha prodotto il suo contrario: prima la Germania, prima l’Ungheria, prima la Polonia, prima gli egoismi". Va giù duro Renato Soru: la sua è un'analisi dell'esito del vertice Ue sui migranti. E secondo l'ex presidente della Regione l'Italia, nonostante le iniziali dichiarazioni di quasi esultanza del premier Giuseppe Conte, è tornata con le pive nel sacco.
"Più passano le ore e più diventa chiaro il senso negativo del colloquio tenuto da Conte al Consiglio europeo", spiega Soru. "La Germania ottiene l’impegno italiano di rimpatriare nel nostro paese gli immigrati arrivati in terra tedesca ma sbarcati in Italia (i cosiddetti movimenti secondari. La Francia ribadisce di non essere paese di primo approdo e quindi non farà i Centri di accoglienza (che tra l’altro sembrano più centri di detenzione che d’accoglienza). E infine l'Ungheria di Orbàn ottiene che d’ora in poi ogni ipotesi di modifica sulla riforma di Dublino debba avvenire per consenso all’unanimità, (nelle trattative precedenti il governo Pd aveva ottenuto che la decisione venisse presa dalla maggioranza degli stati membri), quindi di fatto pone un veto e il consenso non verrà mai dato. Adesso l’Italia è ancora più sola e lo rimarrà a lungo fintanto che il nostro paese non sarà in grado di capire che alla politica muscolare è sempre meglio opporre la pazienza del dialogo. A vincere questa partita sono solo gli amici del Ministro Salvini: il premier Orban ed il suo omologo tedesco Horst Seehofer. A quanto pare lo slogan “prima l’Italia” ha prodotto il suo contrario: prima la Germania, prima l’Ungheria, prima la Polonia, prima gli egoismi".