SARROCH. Dopo il blocco del cantiere sulla Sulcitana, certificati, ecco quello annunciato dei lavori per la realizzazione della diga di Monte Nieddu. Un'opera dalla storia travagliata, la cui ultimazione sembra essere sempre più lontana. E si profila un disastro per le opere pubbliche del sud ovest della Sardegna.
"Dal 15 luglio i 160 lavoratori della diga di Monte Nieddu potrebbero essere licenziarti dall'impresa Astaldi e da quelle subappaltatrici. La comunicazione ufficiale potrebbe scattare nelle prossime ore con motivazioni di natura tecnica ma che in realtà nascondono i grossi problemi legati all'appalto per la costruzione dell'invaso di Sarroch. Ufficiosamente il licenziamento sarebbe limitato ai mesi di luglio agosto e settembre, in realtà, invece, questo fermo non previsto sarebbe legato alla mancata approvazione delle opere collaterali alla diga, sia le connessioni idriche e irrigue e riguardo a quelle viarie".
La denuncia arriva dal leader di Unidos Mauro Pili, che continua: "Non è credibile la motivazione secondo la quale il cantiere della diga verrebbe bloccato in seguito alle temperature elevate che condizionerebbero la qualità dei getti in calcestruzzo dello sbarramento dell'invaso. Non sarebbe la prima volta, infatti, che tali lavorazioni avvengano in periodi estivi, anche grazie all'ausilio di additivi funzionali a questo tipo di opere e temperature. Il fatto stesso che tale blocco non fosse stato previsto nella pianificazione dei lavori lascia intendere che ancora una volta la Regione sta sottovalutando i gravi rallentamenti nell'esecuzione dell'opera. Se da una parte sono stati sbloccati alcuni pagamenti che hanno consentito di regolarizzare le posizioni dei lavoratori d'altra parte invece restano ferme le procedure di approvazione delle perizie presentate per l'adeguamento delle opere alle nuove condizioni di cantiere. La Regione non può continuare a tergiversare mostrando incapacità e negligenza ma deve rapidamente attivare un tavolo di negoziazione indispensabile per negozi per scongiurare i licenziamenti dei lavoratori. 160 maestranze per strada, senza alcuna certezza sulla ripresa dei lavori costituirebbe l'ennesimo duro colpo ai livelli occupazionali del territorio e non solo. Occorre evitare nuove azioni di protesta e prevenire una decisione illogica e spregiudicata. Servono interventi urgenti per approvare le opere di variante e le perizie, senza perdere altro tempo".