CAGLIARI. Costretti a lavorare di più sulle ambulanze, per essere pagati di meno. I medici del 118 però hanno deciso di dire basta e dichiarano lo stato di agitazione: sono pronti a bloccare il servizio di soccorso. IL problema emerge in tutta la sua forza con una comunicazione del segretario regionale del Cimo Sardegna, il sindacato dei medici: "Dopo mesi di inutili trattative", spiega Luigi Mascia, "ci troviamo costretti a dichiarare lo stato di agitazione dei Colleghi del 118 (Emergenza Sanitaria Territoriale) che, dal mese di gennaio non vedono corrisposte parte delle indennità loro dovute e denunciamo il mancato rinnovo dell'accordo integrativo regionale, origine dell'attuale caos normativo".
In ogni presidio del 118 dovrebbero essere operatici sei medici. Ma in Sardegna i camici non bastano. Così vengono dirottati sulle ambulanze, dove effettuano prestazioni per un mote ore superiore al dovuto, e non operano nelle manifestazioni e nei pronto soccorso. E questo impedisce l'erogazione dell'ulteriore trattamento economico. Un meccanismo perverso nel quale sono incastrati coloro che salvano le vite. "La Cimo", rappresentando oltre la metà dei Medici impegnati in un servizio essenziale", prosegue il segretario Mascia, "chiede l'immediata creazione di un tavolo negoziale che permetta di restituire dignità ad una categoria di professionisti che, pur in allarmante carenza di organico e di mezzi, ha garantito e garantisce un apporto puntuale e di qualità in un settore nevralgico del sistema sanitario regionale" . Altrimenti?"Utilizzeremo qualunque mezzo a nostra disposizione per garantire una soluzione alla delicata vertenza". Fino ad arrivare al blocco del servizio.