CAGLIARI. Si era incagliato tra le reti ed era stato issato a bordo di un motopeschereccio durante una normale battuta alla fine dello scorso mese. Un pericoloso ordigno esplosivo da 300 chili, residuo della Seconda guerra mondiale, è stato fatto brillare dai palombari del Gruppo operativo subacquei (Gos) del Comando subacquei e incursori della Marina Militare, distaccati presso il locale Nucleo Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi.
Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo S.D.A.I. di Cagliari, Tenente di Vascello Gabriele Paparo, ha dichiarato: “a causa della situazione di pericolo imminente per la pubblica incolumità, abbiamo raggiunto immediatamente il M/P Elisabetta Beatrice ed abbiamo riscontrato che sulla sua poppa era adagiato un cartuccere di una mina ormeggiata della seconda guerra mondiale con ancora i suoi 300Kg di esplosivo. La prima cosa da fare era quella di ripristinare le condizioni di sicurezza del porto, pertanto lo abbiamo rimosso con la massima cautela e lo abbiamo rimorchiato in una zona di sicurezza individuata dall’Autorità Marittima. Le operazioni tese alla distruzione di questo pericoloso manufatto bellico si sono concluse nella giornata odierna, attendendo le condizioni meteo favorevoli ed applicando le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino. E’ importante raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti di questo tipo, con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri”.
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato un totale di 22.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1 gennaio 2018 sono già 6.482 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 12.961 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm e 12 ordigni a caricamento speciale.
Con una storia di 169 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.