In Sardegna

Sardi meno generosi: aumentano i no alle donazioni di organi

Trapianti-generica

SIDDI. In Sardegna lo scorso anno le opposizioni alle donazioni di organi sono aumentate dell'8 per cento. A rivelarlo il presidente dell'associazione di trapiantati Prometeo onlus Giuseppe Argiolas, intervenuto ieri sera a Siddi nell'ambito dell'assemblea pubblica di sensibilizzazione su donazione e trapianto di organi organizzata da Prometeo con il patrocinio dell'amministrazione comunale. 

Proprio nell’ufficio anagrafe del piccolo centro della Marmilla è attivo da pochissimo il servizio di registrazione delle dichiarazioni di volontà sulla donazione di organi post-mortem, una delle modalità con cui è possibile manifestare in vita le proprie intenzioni ed evitare che la decisione se acconsentire o meno al prelievo degli organi ricada sui propri familiari in un momento già di per sé drammatico.

Elisabetta Pusceddu, anestesista e rianimatrice del Centro trapianti di fegato e pancreas del Brotzu, ha spiegato che il prelievo degli organi può avvenire solo in assenza di opposizione e solo se viene accertata la morte encefalica, ossia "un’interruzione irreversibile delle funzioni dell’encefalo", che deve essere confermata al termine di sei ore di osservazione, durante le quali sono eseguiti vari test ed esami. L'età dei donatori è molto varia: si va da neonati a ultraottantenni. Organi come il rene e il fegato, infatti, possono mantenersi in buone condizioni anche negli anziani. Variabili sono pure i tempi di attesa per ricevere un nuovo organo, ma i pazienti più gravi hanno priorità sugli altri.

Due trapiantati della Prometeo, Gianni Fadda e Luigi Pilloni, hanno poi raccontato la loro nuova vita, vissuta con il pensiero sempre rivolto al loro donatore e ricca di attività per loro un tempo impensabili. Il presidente della Prometeo Giuseppe Argiolas, ha, invece, ribadito l’importanza che non solo le associazioni di settore ma anche le istituzioni pubbliche facciano attività di sensibilizzazione affinché tutti possano esprimere una scelta consapevole in vita. Una necessità che emerge anche dal tasso di opposizioni alla donazione che lo scorso anno, in Sardegna, è salito dal 19 per cento del 2016 al quasi 27 per cento e che comprende molti “no” pronunciati dai familiari del paziente deceduto perché non conoscevano la volontà del loro caro.