CAGLIARI. Smaltita ormai la sbornia elettorale per le elezioni politiche - in attesa della formazione di un governo - c'è chi guarda già alle prossime elezioni regionali del 2019. Non solo gli aspiranti candidati. A buttare lo sguardo in avanti sono i promotori della Rete dei nuraghi Nurnet - con Antonello Gregorini in testa - che lanciano la sfida: chi metterà il patrimonio archeologico sardo, la sua tutela e il suo rilancio, in cima alle priorità del prossimo governo della Sardegna?
"Quale programma politico dovrebbero proporre i partiti candidati riguardo la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico della Sardegna?", è la domanda, alla quale segue la polemica: "Nei decenni trascorsi non furono poche le decine di milioni euro investite per la valorizzazione e fruizione dei siti. Infatti tutti noi conosciamo più di un centro d'accoglienza, biglietteria e ristoro, realizzato, concluso ma mai utilizzato. Quanti scavi archeologici sono stati inutili per la conoscenza, la valorizzazione, devastanti e, per giunta, mai pubblicati. Si sente la necessità di un modello diverso, innovativo, che risponda alle esigenze di un territorio che va spopolandosi ma che contiene almeno due decine di migliaia di siti. Quanta parte del problema e del modello è legato al problema della giurisdizione, della inesistenza di una soprintendenza sarda, specializzata? E ancora, quanto dell'abbandono e "disconoscenza" sono legati al non insegnamento e oscuramento della nostra storia?". A chi vuole darle, la possibilità di fornire delle risposte.