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CAGLIARI. I detenuti del carcere di Mamone "vengono ancora accompagnati in ospedale mediante l'utilizzo dei mezzi dell'Amministrazione, anziché attraverso il servizio sanitario di emergenza (118), come previsto dalla normativa vigente". Questa la denuncia partita dalla segreteria sarda della Cisl che ha inviato una nota direttamente al provveditore dell'amministrazione penitenziaria nell'Isola. Per il sindacato si tratta di una "grave criticità che, purtroppo, continua a manifestarsi".
E ancora nella nota si legge: "Tale procedura, oltre a configurarsi come una evidente violazione delle disposizioni in materia, espone il personale di polizia penitenziaria a responsabilità improprie e a rischi operativi non di loro competenza. Si continua inoltre a rilevare che nei servizi di traduzione e accompagnamento detenuti il numero degli operatori impiegati risulta frequentemente inferiore a quello minimo previsto, con la sola presenza del Capo scorta e dell'autista, il quale si trova spesso costretto a svolgere anche funzioni di scorta. È superfluo sottolineare come tale prassi rappresenti una grave compromissione degli standard di sicurezza, non solo per il personale e i detenuti coinvolti, ma anche per i cittadini".
Dalla Cisl fanno sapere inoltre che il provveditore, pur essendo una persona attenta, "non possiamo che constatare come in alcune sedi - e in particolare a Mamone - permanga una sostanziale disapplicazione delle direttive del Provveditorato, in una forma che, se confermata, denoterebbe una preoccupante mancanza di rispetto verso le indicazioni dell'Amministrazione regionale".












