In Sardegna

"Niente certificato medico per i bimbi più piccoli che fanno sport? Scelta sconcertante del governo"

CAGLIARI. Niente più certificato medico obbligatorio per i bambini tra 0 e 6 anni che svolgono attività sportiva, lo ha stabilito il governo alcuni giorni fa. "Una scelta sconcertante", secondo Luca Vaccargiu, direttore responsabile del settore giovanile dell'Arbus Calcio. Riceviamo e pubblichiamo la sua opinione sulla decisione adottata a Palazzo Chigi su proposta del ministro dell salute Beatrice Lorenzin e del collega allo Sport Luca Lotti. 

Luca-Vaccargiu

 

“Niente più certificato medico per i bambini sotto i 6 anni che vengano iscritti a qualche attività sportiva. Lo ha deciso un decreto congiunto dei ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dello Sport, Luca Lotti. La decisione parte da una richiesta della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp)” A mio modesto parere, questa notizia è davvero sconcertante, soprattutto per la partecipazione da parte dei pediatri. Con le visite preventive ben fatte con tutti i giusti criteri, la medicina dello sport pare abbia raggiunto un bel 85% di abbattimento sulla morte improvvisa in campo. Se la decisione è stata presa per risolvere il problema del costo delle visite preventive per chi vuol mandare i propri figli piccoli a far sport, mi sembra davvero un paradosso poter incorrere a maggiori rischi solo per non far fronte ad una spesa di circa 30/40 euro Max se non gratuita. Ormai da anni ricopro l’incarico di direttore responsabile di Settore Giovanile, da quest'anno nell'Arbus Calcio, ed essere scrupolosi sulle visite mediche è sempre stata una mia priorità e in diversi casi ho visto situazioni in cui si sono rese necessarie ulteriori visite con accertamenti specifici e anche se raramente qualche caso di momentaneo Stop alla pratica dell’attività sportiva. A tal punto, nonostante tale abolizione il mio impegno sarà sicuramente quello di far inserire un articolo nel Regolamento Interno della Società Sportiva, in modo tale che la citata certificazione prosegua nell’obbligatorietà di sempre soprattutto perché la responsabilità morale vale più di tutto.