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ARBUS. Trovata morta qualche giorno fa una piccola tartaruga marina, non ancora in età riproduttiva, nella spiaggia di Pistis da una pattuglia della base logistico operativa navale del Corpo Forestale e Vigilanza ambientale di Oristano. Precisamente, si tratta di un esemplare della specie Caretta caretta, protetta a livello internazionale, che utilizza regolarmente le coste sabbiose della Sardegna per la nidificazione. L’attività è stata svolta su richiesta del Centro di recupero del Sinis (Cres) che opera nell’ambito della rete regionale per la tutela della fauna marina in difficoltà.
L'animale si trovava in buono stato di conservazione ed è stato trasferito presso la sede del Cres a Torre Grande (OR), dove sarà sottoposto a necroscopia per l’accertamento delle cause del decesso. Contestualmente verranno eseguite analisi ecotossicologiche e prelievi per lo studio degli isotopi stabili, utili a comprendere la dieta e l’area di provenienza della tartaruga. I campioni saranno analizzati presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna (sede di Oristano), con finalità di ricerca scientifica e di supporto a progetti nazionali ed europei come “Turtleback” e la “Strategia Marina”.
Ma cosa potrebbe aver causato il decesso? Dalle prime osservazioni, la causa più probabile della morte appare essere un impatto con un’imbarcazione, una delle principali fonti di mortalità per le tartarughe marine. Gli urti con gli scafi o le eliche possono causare fratture e lesioni fatali, soprattutto nei periodi estivi, quando l’intensità del traffico marino lungo le coste aumenta sensibilmente.
Un altro fattore di rischio crescente è rappresentato dal fenomeno del “Marine Litter”: rifiuti solidi, in prevalenza plastica, che una volta dispersi in mare, vengono facilmente ingeriti dagli animali marini, causando occlusioni intestinali, malnutrizione o morte. Si stima, infatti, che oltre il 70% delle tartarughe marine del Mediterraneo abbia ingerito plastica almeno una volta nella vita. Il crescente numero di nidi registrato negli ultimi anni rappresenta un segnale incoraggiante, ma anche un monito sulla necessità di intensificare le misure di tutela e sensibilizzazione ambientale, soprattutto in ambiti come la natura di diporto e la gestione dei rifiuti.