In Sardegna

Caro-tassi, stangata sulle imprese sarde: quasi mezzo miliardo di extracosti bancari

GiacomoMeloniConfartigianato

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CAGLIARI. Le imprese sarde stanno affrontando una situazione critica a causa dell'aumento dei costi del credito. Negli ultimi due anni, il caro-tassi e la stretta creditizia hanno gravato sulle attività produttive dell’Isola con un extracosto complessivo di 483 milioni di euro.

Secondo il rapporto dell’ufficio studi di Confartigianato imprese Sardegna, la Sardegna è la regione italiana dove i prestiti alle piccole imprese sono più onerosi. A giugno 2024, il tasso annuo effettivo (Tae) si attestava all’11,98%, un valore che supera di gran lunga la media nazionale del 9,15%. Il costo del credito è inferiore per le aziende di dimensioni medio-grandi, che affrontano un tasso del 7,65%, comunque più alto rispetto alla media nazionale del 6,33%.

La situazione si aggrava ulteriormente con il calo dei prestiti alle piccole imprese, diminuiti del 4,9% tra giugno e settembre 2024. Anche le imprese artigiane hanno subito un forte contraccolpo, registrando un calo del 9,9% nei finanziamenti ricevuti.

Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, evidenzia le difficoltà del sistema produttivo regionale: “Il lento, anzi lentissimo, riassorbirsi della bolla causata dall’extra-costo bancario mette ancora in difficoltà le attività produttive dell’Isola”. Meloni sottolinea che, nonostante la banca centrale europea abbia iniziato a ridurre i tassi di interesse, gli effetti concreti per le imprese sono ancora limitati. “La stretta ha rallentato le scelte di investimento delle imprese, frenando le transizioni green e digitale”, aggiunge.

L’impatto dell’aumento del costo del denaro è evidente in tutti i settori. Nell’edilizia, il tae per le imprese sarde è dell’8,51%, superiore alla media nazionale del 7,42%. Nei servizi, il tasso è dell’8,39%, mentre nel settore manifatturiero si attesta al 6,72%, valori che collocano la Sardegna tra le regioni più penalizzate.

Meloni richiama l’attenzione sulla necessità di sostenere le piccole imprese: “La marginalità è contratta all’osso e quindi anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività”. La mancanza di accesso al credito riduce la capacità delle aziende di innovarsi, acquistare nuovi macchinari e migliorare le proprie strutture. Per questo motivo, confartigianato Sardegna chiede un dialogo più stretto tra imprese e istituti bancari, al fine di individuare soluzioni per sostenere il tessuto produttivo locale.

Un ruolo fondamentale, secondo Daniele Serra, segretario regionale di confartigianato, potrebbe essere svolto dai confidi artigiani, che in Sardegna supportano le imprese prive delle garanzie richieste dalle banche: “Nonostante la recessione e le restrizioni nell’accesso al credito, questi istituti si sono confermati strumenti di prim’ordine per lo sviluppo dell’artigianato e della piccola impresa sarda”. Per questa ragione, confartigianato ribadisce l’importanza di rilanciare il ruolo dei confidi, affinché possano continuare a garantire un accesso più agevole al credito per le aziende del territorio.