In Sardegna

Finta beneficenza con indumenti usati a Oristano, scoperto traffico illecito di rifiuti: arriva la condanna

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ORISTANO. Si è concluso il processo a carico di nipote e zio, entrambi dell'oristanese, che gestivano una onlus di raccolta di abiti usati, mascherata da progetto benefico, dietro il quale c'era in realtà un traffico illecito di rifiuti. Il Tribunale di Oristano ha condannato solo la nipote, F.M. a due anni di reclusione e alla confisca del guadagno, stimato in oltre 259mila euro. 

La raccolta avveniva tramite la Onlus “Patria sarda terra e populu”, attiva in diversi comuni della provincia di Oristano, specialmente nella zona di Terralba. I cittadini erano convinti di donare abiti usati per aiutare chi ne aveva bisogno, ma le indagini hanno rivelato che questi abiti venivano invece rivenduti per profitto.

Gli investigatori del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale), grazie a monitoraggi con gps, hanno scoperto che i vestiti venivano caricati su tir e trasportati dal porto di Cagliari a Napoli, dove erano venduti a una ditta di Ercolano, già sotto indagine per traffico di droga e riciclaggio: ogni carico fruttava all’organizzazione circa 3 mila euro.

Dopo queste scoperte, la direzione distrettuale antimafia di Cagliari ha coordinato l’inchiesta, e la polizia metropolitana di Napoli ha sequestrato il deposito degli abiti. Nel processo era coinvolto anche lo zio di F.M., ma è stato assolto perché estraneo alla vicenda.