In Sardegna

Eolico, la denuncia: "I presidianti del porto di Oristano trattati in modo disumano"

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ORISTANO. "La frase fatta sarebbe 'trattati peggio che gli animali' ma non sarebbe calzante in quanto, per fortuna, oggi nessuno tratta male gli animali o almeno nessuno li tratta come sono stati trattati i presidianti del porto di Oristano che volevano dimostrare che la Sardegna ha un’anima e non è tutta succube ai poteri coalizzati di governo italiano e multinazionali che stanno perpetrando il più grande disastro che la terra sarda abbia mai subito". Inizia così la lettera di denuncia di Sardigna Natzione Indipendentzia - Comitadu Soberania Energetica sulle condizioni in cui sarebbero stati trattati i presidianti del porto di Oristano che tentavano di fermare i tir con le pale eoliche in uscita dalla banchina.

"Le intimidazioni sono iniziate con il sequestro dei gazebo per lasciarli sotto il sole cocente pur sapendo che tra i presidianti vi sono persone di salute precaria", si legge nella lettera, "Contemporaneamente si è di fatto impedito ai presidianti di accedere al bar del porto. Con un cartello in vetrina si comunicava la chiusura temporanea ma di fatto si apriva la porta, tramite maniglione interno, ai portuali la si teneva chiusa ai manifestanti e alle manifestanti che vedendo la gente nei tavolini cercavano di girare inutilmente la maniglia esterna. I gestori del bar sono stati intimiditi da qualcuno, da qualche istituzione? Non ne abbiamo la certezza ma il forte sospetto si", denunciano.

Sardigna Natzione fa poi riferimento all'ordinanza esposta il 26 luglio che "vieta la fermata e la sosta nel piazzale antistante l’entrata al porto, quello in cui da giorni è presente il presidio". "Ci chiediamo", chiedono nella lettera, "cosa e chi abbia spinto la Capitaneria di Porto e le altre autorità, coalizzate più che congiunte come dice il cartello, verso azioni così indegne e squalificanti in un porto che tra l’altro prende il nome da un poeta anti feudatario sardo, Francesco Ignazio Mannu. Tutto questo succede in una terra nella quale chi ha vinto le elezioni e governa ha chiesto il voto dei sardi per vincere le destre e impedire che un clima da regime limitatore di libertà governasse la Sardegna". 

Poi puntano il dito contro la presidente della Regione: "Siamo sconcertati che la presidente Todde, alfiere della trincea contro la destra liberticida, non abbia speso una parola per i presidianti del Porto che sono stati trattati in modo disumano e impediti di fare ciò che detta l’amore verso la propria terra e la responsabilità generazionale che ogni sardo ha e sente. La ribellione andrà avanti, si perché qualcuno deve rispondere alla responsabilità generazionale, qualche traccia di ribellione deve rimanere in una storia di sudditanza. Non possiamo permetterci che le generazioni future considerino quella nostra la peggiore generazione passata in terra sarda, quella che ha permesso la devastazione della terra di un popolo che ha scritto la sua storia da libero nel suo territorio, in modo pensavamo indelebile, che oggi rischia di essere cancellata per “pubblica utilità” di altri, di altre genti che hanno la fortuna di essere stato e l’indegnità di essere dominatori della Terra dei Sardi".