In Sardegna

Università, il discorso di Camilla Piredda alla Cgil: "Il lavoro non pagato non è formazione, è sfruttamento"

 

CAGLIARI. "La nostra generazione è stata privata del futuro". 

Così Camilla Piredda, coordinatrice dell'Udu (Unione degli universitari) intervenuta al XIX congresso della Cgil nazionale, nei giorni scorsi, in rappresentanza degli studenti. 

"Come possiamo vivere in un Paese in cui uno studente fuori sede deve spendere 10.000 € all’anno per poter studiare all’università per garantirti un diritto", dice.

"Se ancora su circa 2 milioni di studenti universitari il 12% prendo una borsa di studio, continuano a parlare di carenza di medici e professionisti sanitari e pure la legge 264 del 99 ancora non viene messo in discussione ancora il numero chiuso negli atenei italiani per questi corsi di studio. Come faccio a vedere un futuro in un Paese dove mi insegnano che formarmi per poter entrare nel mercato del lavoro è fondamentale - e fin qui possiamo essere anche d’accordo -, ma perché per poter fare pratica dobbiamo sottostare a tirocini curriculari gratuiti e privi di qualsiasi tipo di tutela? Perché, mi dispiace ma il lavoro non pagato non può essere chiamato formazione, perché si chiama sfruttamento", aggiunge. 

Nell’intervento Piredda si è soffermata sui tanti diritti che - secondo loro - vengono costantemente negati: borse di studio, residenze, voto fuori sede, salute mentale, giusta retribuzione e accesso alla conoscenza.

"Vorrei lanciare una sfida una sfida importante, cerchiamo effettivamente di trovare degli strumenti concreti per dare più voce alle nuove generazioni in questo paese all’interno del sindacato dei lavoratori e delle lavoratrici noi ci crediamo crediamo che insieme possiamo davvero cambiare le cose, io ci sono", ha concluso.