CAGLIARI. L’ex tesoriere dell’Ulivo Antonio Ignazio Calledda non dovrà versare alcuna somma - né tantomeno il milione e 337 mila euro stabilito nella condanna del 2021 - per risarcire la Regione dei fondi spesi personalmente e da altri consiglieri regionali del gruppo nella legislatura 2004-2009.
I legali Matilde Mura e Guido Manca Bitti hanno infatti ottenuto la riforma della sentenza di primo grado. Risultato: tutto prescritto, perché - questa la decisione dei giudici - non si può agire a 15 anni di distanza dalla data in cui le somme sono state spese.

I fatti risalgono agli anni tra il 2004 e il 2009. Calledda allora era tesoriere: per questo, quando diversi anni dopo è iniziata l’indagine sull’uso improprio dei fondi da parte dei consiglieri regionali, è stato chiamato a rispondere di tutto ciò che era stato speso dal suo gruppo, nel corso di quella legislatura.
Prima la Procura della Repubblica e poi la Procura della Corte dei Conti hanno iniziato a chiedere conto agli onorevoli di quei soldi. Da lì era esploso, ad esempio, il caso delle Montblanc, le preziose stilografiche regalate dall’ex capogruppo Mario Diana ai componenti della formazione (poi consegnate in Procura).

Nel 2021 la condanna della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Cagliari per danno erariale: l’ex consigliere Calledda, di Mandas, avrebbe dovuto risarcire la Regione, di tasca sua, con la cifra di oltre un milione e 330mila euro. Secondo i giudici contabili nelle sue tasche erano transitati 227mila euro, ma in quelle dei colleghi più di un milione. E di questi solo alcune uscite sarebbero state compatibili con i criteri di utilizzo istituzionale dei fondi. Le altre, in sostanza, erano spese improprie. Impossibile di certo per gli indagati fornire gli scontrini o le fatture di tutte le spese fatte, a ormai quindici anni di distanza. Oggi il ribaltone con la vittoria degli avvocati difensori, che hanno ottenuto la prescrizione.