CAGLIARI. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Regione Sardegna sul decreto energia, varato dall'esecutivo Draghi, che prevede la realizzazione di due rigassificatori galleggianti, a Portovesme e a Porto Torres, serviti da navi gasiere: la Regione lamentava in particolare il mancato coinvolgimento dell’Isola nella scelta. Per i giudici del tribunale amministrativo la violazione della competenza concorrente in materia di energia sostenuta dalla Regione non c'è, perché se è vero che il Gnl "può servire anche, ma non solo, a produrre energia elettrica, il settore del gas naturale non può esser automaticamente ricompreso invero nel concetto di energia elettrica, come se l'indicazione della competenza concorrente regionale fosse una clausola aperta e adattabile ad ogni sopravvenienza".
Si legge poi che "nessuna intesa è prevista quanto alla localizzazione e all'individuazione delle infrastrutture necessarie per il trasporto e lo stoccaggio del gas".
“Nella sentenza del Tar sul ricorso al decreto energia sono smontate, una per una, le considerazioni fatte dalla Regione, con argomentazioni precise e puntuali che, purtroppo, mettono in evidenza l’inadeguatezza nella gestione da parte della Giunta”. Lo ha detto il segretario regionale Filctem Cgil Francesco Garau, commentando la bocciatura del Tar al ricorso che era stato presentato dalla Regione sul decreto energia.
Secondo il sindacato occorre ora andare avanti spediti per colmare i clamorosi ritardi “convocando quel tavolo di programmazione indispensabile anche a chiarire alle aziende che non possono decidere da sole il futuro energetico della Sardegna ma che c’è una regia regionale intorno alla quale si realizza un piano ragionato e condiviso”.
Il Tar ricorda alla Regione che è la Giunta regionale che deve occuparsi dei riflessi occupazionali e fornire adeguate risposte, anche su questo, durante la fase di transizione, “un invito che da mesi abbiamo rivolto al presidente Solinas", attacca Garau, "mentre si ostina a non gestire affatto la già grave situazione occupazionale, evidenziando, di fatto, il totale fallimento delle sue politiche industriali ed energetiche”.