In Sardegna

Le avance del Pd al Pds di Maninchedda: grandi manovre su collegi e leadership per le Politiche

Maninchedda-Paolo

VERSO IL VOTO. Paolo Maninchedda chiedeva un atto scritto ed è arrivato: il segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca ha spedito una lettera al leader del partito dei sardi nella per spiegare quali sarebbero le buone ragioni di un'alleanza tra partiti in vista delle prossime elezioni politiche che designeranno deputati e senatori italiani. Maninchedda, che si proclama indipendentista e interessato solo a un cammino verso l'indipendenza della Sardegna con il suo Partito dei Sardi, ha ricevuto le avance dal rappresentante di Matteo Renzi in Sardegna. Intanto c'è un incomodo: Anthony Muroni,  portavoce di Progetto Autodeterminatzione - che raccoglie una decina di sigle indipendentiste - è pronto alla sfida diretta contro Maninchedda o contro il segretario nazionale del partito sardo d'azione, Cristian Solinas, che a sua vola deve decidere se allearsi a destra o a sinistra. 

A sinistra i giochi si vanno delineando, anche se resta il nodo candidature. Questo scriveva ieri Paolo Maninchedda. 


La posizione di Maninchedda e del Partito dei sardi

E questa è la risposta di Cucca, arrivata oggi. In sintesi: abbiamo un progetto in comune, ma bisogna ragionare sulla leadership della coalizione che non può essere presa in modo indolore dal Partito dei Sardi. Però arriva una forte apertura per la concessione di seggi "blindati" ai candidati del Pds. 

Il Partito Democratico in Sardegna ha costruito nel 2014 una coalizione di centrosinistra e autonomista che ha costituito un elemento di novità nel panorama regionale e nazionale. Il centrosinistra unito ha condiviso con le forze politiche autonomiste e indipendentiste la necessità di costruire un terreno di incontro basato su una maggiore autonomia, sovranità e assunzione di responsabilità dell’Isola e delle sue istituzioni nei confronti dei rapporti con lo Stato.

Con questa coalizione e questi valori, le elezioni regionali sono state la prima occasione nella quale i sardi hanno scelto un patto di progresso e sviluppo, che si è riproposto in diverse occasioni amministrative, anche con altri partiti autonomisti, e ora può confermarsi alle elezioni politiche.

Come segretario del Pd della Sardegna, è in questo contesto che ho preso atto delle volontà dichiarate dal Partito dei Sardi, rispetto alle quali il Partito Democratico, dopo un confronto interno ai suoi organismi, ha espresso un diffuso apprezzamento per l’interesse a costruire un’alleanza fondata sui valori democratici, riformisti e autonomisti, con l’obiettivo di cogliere l’opportunità delle elezioni politiche per trovare maggiore coesione nel popolo sardo.

L’intesa per le politiche rappresenta un’importante occasione di consolidamento dei rapporti nella coalizione, anche all’interno del governo regionale e in vista delle elezioni del 2019, per le quali il Partito dei sardi ha manifestato la disponibilità a voler guidare la coalizione. Noi riteniamo tale aspirazione legittima, ma pensiamo che debba essere sottoposta anche agli alleati, con la garanzia della più larga e paritaria partecipazione alla scelta della leadership, senza alcuna preclusione o pregiudiziale. Pensiamo, inoltre, che sia prematuro parlarne adesso, poiché in questa fase è indispensabile concentrare le energie sulla sfida elettorale di marzo.

Rispetto agli obiettivi programmatici che sono stati evidenziati dal Partito dei Sardi, vi è piena condivisione poiché sono temi che appartengono all’agenda del Partito Democratico sardo, sui quali si è sempre battuto, sia a livello regionale che a livello nazionale, ottenendo già importanti risultati anche grazie al contributo degli alleati, e sono obiettivi che vanno condivisi all’interno di un programma di coalizione.

La prossima legislatura nazionale, che auspichiamo venga guidata dal centrosinistra, è l’occasione per proseguire con l’azione a difesa della nostra specialità, e si dovranno portare avanti le battaglie già avviate sul fronte delle entrate, delle servitù militari, delle infrastrutture, dei trasporti e della continuità territoriale, della fiscalità di vantaggio, dell’energia e dello sviluppo sostenibile, delle politiche del lavoro, della lingua sarda, della tutela dell’ambiente e delle bonifiche, e della salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico della Sardegna.

Si dovrà proseguire, inoltre, nel confronto con lo Stato e con l’Unione Europea, per trovare l’intesa sull’applicazione del principio di insularità e definire il percorso legittimo per superare il gap, insieme agli strumenti di compensazione degli svantaggi che ne derivano. A questo riguardo, il Presidente Gentiloni ha manifestato la disponibilità a formalizzare immediatamente presso la Commissione Europea la richiesta di riconoscimento della condizione di insularità per la Sardegna.

Allo stesso tempo, dovranno essere rafforzati i rapporti con le altre regioni europee, specie con quelle insulari, sfruttando tutte le prerogative regionali attribuite dai Trattati e dagli accordi vigenti.

In relazione alla composizione delle liste, sarà massimo l’impegno per garantire al Partito dei Sardi, come agli altri partiti alleati, una candidatura con le più ampie possibilità di esito favorevole, il collegio o la lista più adeguata, compatibilmente con le esigenze di rappresentanza del Partito Democratico, per conseguire la vittoria in Sardegna e contribuire alla vittoria nel Paese.

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Muroni invece questa mattina ha letto le ipotesi di candidature - con relative sfide tra centrodestra e centrosinistra, in attesa delle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle - avanzate dalla Nuova Sardegna. E si dice pronto alla sfida con Maninchedda o con Solinas. Ovviamente non senza sottolineare che i due vertici dei partiti indipendentisti sono pronti ad alleanze con partiti nazionali per avere la certezza di un seggio sicuro.