CAGLIARI. La somma da pagare in bolletta era una bella botta: 2.587 euro per consumi di acqua che venivano addebitati a una famiglia di tre componenti residenti nel quartiere di Villanova, a Cagliari.
Ma non è finita. Perché per addebitarla era stata utilizzata la tariffazione per non residenti, quando quella era la prima casa.
E dopo le prime contestazioni Abbanoa, che ha fatto recapitare l'abnorme richiesta di pagamento, all'improvviso ha sostituito il contatore, facendo anche risultare che qualcuno della famiglia avesse firmato un documento che attestava la sua presenza durante le operazioni di smontaggio e rimontaggio. Peccato che l'operaio avesse fatto tutto da solo e avesse lasciato solo un avviso nella cassetta delle lettere.
La vicenda, che è andata avanti per anni, è finta così all'attenzione del giudice di pace. Perché il cliente che si è rifiutato di pagare gli importi non dovuti è l'avvocato Valeria Aresti e in famiglia c'è un altro avvocato, il marito Giuseppe Farris, che ha portato avanti la causa.
Vinta, alla fine. Il ricorso al tribunale è stato necessario nonostante l'utente avesse versato 500 euro a mo' di forfait, per considerare chiusa la vicenda. Abbanoa invece ha insistito. Voleva tutto l'importo. Non dovuto, per il giudice.
Perché l'applicazione della tariffa non residenti era illegittima, i consumi addebitati fuori da quelli del target familiare di tre componenti e, in più, è stato dimostrato che nessuno poteva aver manomesso il contatore. Che non poteva essere sostituito dal gestore: dalle udienze è emerso che l'operaio, sentito dal giudice "non ricordasse chi avesse firmato" la ricevuta per il cambio. Perché nessuno lo aveva fatto.
Per il giudice gli oltre 2500 euro non erano dovuti e Abbanoa è stata anche condannata a pagare le spese legali.