CAGLIARI. Schizza nuovamente in alto il prezzo del gasolio agricolo che sfiora l’1,60 euro a litro con un aumento nell’ultimo anno di circa il 130 per cento.
Prezzi alle stelle dopo una breve tregua aiutata dall’intervento del Governo con il taglio del 20%, da gennaio a marzo, della spesa per i carburanti agricoli con il credito d’imposta.
“Il gasolio è aumentato proprio in uno dei momenti di maggior consumo per il settore agricolo, raggiungendo i 2 euro alla pompa e arrivando a 1,56 euro a litro per il gasolio agricolo rispetto allo 0,69 euro/litro di appena un anno fa – afferma Raffaele Corda, presidente di Coldiretti Villasor -. In questo momento, infatti, oltre alla fienagione e alla mietitura si preparano anche i terreni per impiantare i carciofi. Inoltre a Villasor ci sono terreni fertili non serviti dal Consorzio di Bonifica e dunque siamo costretti ad utilizzare il gasolio per pompare l’acqua anche dai pozzi e dai fiumi”.
Costi, che sommati a tutto il resto, rendono insostenibile il lavoro nei campi. Da una analisi della Coldiretti, infatti, quella dei costi energetici è una vera e propria stangata per il mondo agricolo che costringe 1 azienda su 3 a lavorare in perdita.
L’impennata dei costi di produzione per le aziende agricole supera i 9 miliardi di euro, secondo l’analisi della Coldiretti sugli effetti diretti ed indiretti del caro energia. Un settore, quello agricolo ed alimentare che in Italia assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno.
Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben 1/3 del totale nazionale (30%) – secondo Coldiretti - si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea.
“La situazione è davvero difficile per tutti – afferma il presidente di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas –. I prezzi continuano a schizzare alle stelle e stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole che stanno subendo i rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. I concimi sono aumentati del 170%, del 90% i mangimi, del 130% il gasolio. La nostra – evidenzia - è l’unica Regione che ha stanziato oltre 60 milioni di euro per tamponare la crisi del mondo agricolo, ma occorre velocizzare la liquidazione di questi denari per non vanificare gli sforzi della Giunta. Purtroppo gli esempi del recente passato, su tutte la siccità del 2017, non sono positivi ma in questo momento straordinario anche gli interventi e le modalità lo devono essere, anzi è nei momenti di difficoltà che si sperimentano nuovi modelli, alcuni dei quali li abbiamo proposti anche noi, che semplificano le procedure, tagliando i tempi e carte spesso inutili e anacronistiche”.
Ma - secondo l’analisi Coldiretti - in difficoltà è l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, il tetrapack del 15%, le etichette del 35%, il cartone del 45%, i barattoli di banda stagnata del 60%, fino ad arrivare al 70% per la plastica. Del 25% è rincarato anche il trasporto su gomma.
Nel sistema agricolo – secondo Coldiretti - i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti, mentre tra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
“In questa situazione ci sono settori agricoli che vedono aumentare i costi di produzione ma hanno fermi quelli in uscita, con i prezzi dei propri prodotti bloccati e quindi costretti a lavorare sotto costo - spiega il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba –. Per questo ribadiamo la necessità oggi più che mai di filiere virtuose con una più equa ripartizione del valore anche alla luce della nuova norma sulle pratiche sleali che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione”.
- Redazione