In Sardegna

Portovesme Srl, futuro incerto per caro energia: "La Regione al fianco dei lavoratori"

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PORTOVESME. La Portovesme Srl rischia di chiudere se non arrivano adeguate compensazioni economiche per far fronte ai rincari energetici dell'ultimo periodo, per questo il presidente della Regione Christian Solinas oggi ha ricevuto a Villa Devoto i rappresentanti dell'azienda, i lavoratori e i rappresentanti sindacali.

"Al fianco dei lavoratori, dei sindacati e dell’azienda per ottenere dal Governo un intervento immediato sull’abbattimento del costo dell’energia, cresciuto a dismisura negli ultimi mesi, e salvaguardare il lavoro e la piena produzione dell’ultimo avamposto italiano di metallurgia non ferrosa". Questa la posizione espressa oggi dal presidente Christian Solinas che ha assicurato un impegno totale a fronte della drammatica situazione creatasi con un aumento del costo dell’energia anche del 600%, che ha determinato il parziale blocco di alcune linee produttive e il ricorso alla cassa integrazione per centinaia di lavoratori.

A rischio sono oltre 1500 posti di lavoro, con un peso economico e sociale enorme nel territorio. Incalzeremo il Governo perché si trovi lo strumento immediato per combattere gli aumenti, ha detto il Presidente Solinas, anche grazie agli spiragli che oggi le regole europee aprono con il superamento delle regole sugli aiuti di Stato fino a poche settimane fa in vigore.

La Sardegna, ha ricordato il Presidente, si è fatta promotrice in Conferenza delle Regioni di un emendamento al Decreto “Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e fonti rinnovabili” con l’obiettivo della perequazione dei costi energetici tra le aziende che operano nella Penisola e quelle che operano nelle isole maggiori. Il testo è stato approvato all'unanimità dalla commissione tecnica della Commissione Energia della Conferenza Stato-Regione, che la Sardegna ha chiesto ed ottenuto di coordinare. E’ uno strumento che non solo noi, ma anche la Sicilia ed altre realtà regionali ritengono di vitale importanza, ha sottolineato il Presidente, per ottenere una immediata risposta concreta con l’ottenimento della ‘superinterrompibilità’, cioè la compensazione sui costi dell'energia, non più prevista dal 2018.

La differenza dei costi dell’energia penalizza in modo particolarmente pesante la Sardegna, ponendola in una condizione di enorme svantaggio nei confronti delle altre regioni italiane ed europee. 

Dalle politiche energetiche, ha sottolineato il Presidente Solinas, passa il futuro delle nostre realtà produttive, non solo di quelle più energivore. Il Governo deve tenerne conto, ed è per questo, ha sottolineato il Presidente Solinas, che ho già più volte espresso la nostra forte perplessità nei confronti di alcuni aspetti essenziali del recente Dpcm.  Il ricorso esclusivo alle rinnovabili e alle batterie di accumulo, ha sottolineato, non garantisce quelle certezze di cui la Sardegna ha bisogno. La stessa data del completo abbandono del carbone deve essere rivista, come è accaduto in Germania dove l’addio al carbone è stato posticipato al 2035.

Il realismo e la difficile congiuntura determinata dalla pandemia prima, dalla guerra in Ucraina poi, devono indurre a scelte più ponderate e rispondenti alle attuali necessità. Dobbiamo salvaguardare le nostre produzioni primarie e dobbiamo potenziarle, ha detto ancora. Non esiste una Regione, un Paese, che possa rinunciare a produrre e a tenere viva l’industria. Quello dell’energia, oggi, ha concluso, e’ il problema primario per il nostro sistema economico. Per questo la Regione è coinvolta in modo totale in questa battaglia, che proseguiremo in ogni sede istituzionale, ha concluso il Presidente, con un pressing su tutti i Ministeri coinvolti e, se necessario, manifestando a Roma insieme ai lavoratori per far sentire la nostra voce e i nostri diritti e mantenere in vita il nostro sistema industriale. All’incontro erano presenti anche i consiglieri regionali del territorio Fabio Usai e Michele Ennas.

 

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