CAGLIARI. "Non sarà la restituzione-spot di un paio di spiagge, tra l'altro "condizionata" ancora a troppe variabili, a dare il segnale che il trend si è invertito". All'indomani dell'approvazione dell'accordo tra Regione e Difesa sulle servitù militari da parte dell'Aula di via Roma, il Polo dell'Autodeterminatzione boccia senza appelli il documento.
"L''accordo di programma presentato ieri in Consiglio regionale dal presidente Pigliaru è tutt'altro che storico. E, quand'anche si concretizzasse, è anni luce lontano da quel che serve - commenta il portavoce Anthony Muroni - lo è nella forma, visto che prevede un impegno a confrontarsi con lo Stato (attraverso un cronoprogramma tutt'altro che affidabile) proprio nei giorni che precedono il termine della legislatura e la fine dell'esperienza di un governo che si è più di una volta mostrato inaffidabile nei confronti della Sardegna".
"Siamo sin troppo facili profeti nel prevedere che l'Italia - sfruttando la congiuntura legata alle prevedibili difficoltà per la formazione del nuovo esecutivo, a seguito delle elezioni di marzo - troverà più di una scusa per non dare seguito all'accordo - spiega Muroni - Se anche lo facesse, ripetiamo, le intese raggiunte sono tutt'altro che soddisfacenti. Anzi, rischiano di porre ancora una volta nuove spese e nuovi gravami sulle spalle dei sardi".
"Pur consci del fatto che occorra una gradualità nel piano di progressiva ma ineluttabile dismissione - sottolinea il portavoce del1\ Polo del'Autodeterminatzione - ci dichiariamo totalmente insoddisfatti dei risultati ottenuti dalla Giunta regionale nell'accordo con governo ed Esercito. Il fatto che in Consiglio regionale - ad esclusione del nostro consigliere Usula, di quelli del PsdAz e del PDS - ci sia stata una sostanziale unanimità, con la convergenza tra i due poli italiani, è lì a dimostrare che si tratta di un patto insoddisfacente. Il presidente Pigliaru - conclude Muroni - è ancora in tempo a non firmarlo".