CAGLIARI. Digitale, sostenibilità, innovazione: sono questi i binari su cui corrono i nuovi lavoratori anche in Sardegna. A confermare come le competenze legate a green e digitale siano ormai imprescindibili arrivano le previsioni del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, rielaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna. Secondo l’analisi, nell’Isola sono 4.531 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2016–2019 e/o investiranno nel 2021 in prodotti e tecnologie green. Nei prossimi mesi, le assunzioni relative previste ai “green jobs” nell’Isola sono 21.107, equivalenti al 27% del totale delle assunzioni previste. “I temi della transizione digitale e del green sono i driver di crescita e di competitività per le nostre imprese e costituiscono la nuova bussola dello sviluppo sociale ed economico – commenta Fabio Mereu, VicePresidente di Confartigianato Imprese Sardegna e delegato regionale per l’Innovazione Tecnologica - uno sviluppo che ha bisogno non soltanto di risorse e tecnologie, ma anche di competenze adeguate e di una cultura nuova, che verrà incarnata soprattutto dai giovani, per natura portatori sani d’innovazione”. A livello nazionale, entro il 2025, ben 6 lavoratori su 10 dovranno avere competenze green o digitali. Nei prossimi cinque anni, infatti, il mercato del lavoro avrà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi lavoratori in grado di gestire soluzioni e sviluppare strategie ecosostenibili (il 63% del fabbisogno del quinquennio) e di 2 milioni di lavoratori capaci di utilizzare il digitale (il 57%).
“È una trasformazione guidata sia dalle imprese che esportano, sia da quelle che stanno adattando la loro professione, le loro produzioni e i loro servizi – continua Mereu- questo significa, per il digitale, impresa 4.0 e quindi internet delle cose: significa interconnessione e anche possibilità di sviluppare l’analisi su tanti dati, i big data. Le previsioni a medio termine, inoltre, mostrano che la domanda di competenze green riguarderà in maniera trasversale tanto le professioni ad elevata specializzazione e tecniche, quanto quelle che richiedono meno qualificazione”. Nell’artigianato, la spinta verso la transizione verde farà emergere la necessità di specifiche professioni come, ad esempio, il progettista in edilizia sostenibile, lo specialista in domotica, tecnici e operai specializzati nell’efficientamento energetico nelle costruzioni; il certificatore di prodotti biologici nell’agroalimentare; il progettista meccanico per la mobilità elettrica. Ma la sostenibilità, come la cultura digitale, non è solo questione di competenze: è anche un modo di pensare e una visione, una forma di educazione prima ancora che di formazione. E ad accompagnare i giovani su questa strada virtuosa non può essere che la scuola.
“Il Covid non ha fermato gli investimenti green, perché sempre più imprenditori sono consapevoli dei vantaggi competitivi derivanti dalla transizione ecologica – commenta Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna - ancora oltre la metà delle imprese manifatturiere percepisce questo passaggio più un vincolo che una opportunità”. “Per dare ulteriore impulso alla transizione ecologica – continua Serra - occorre intervenire: sulla carenza di competenze attraverso percorsi di formazione adeguati, sulla diffusione di una cultura d’impresa più sostenibile, sull’accesso al credito bancario per facilitare il reperimento di risorse destinate investimenti ambientali, sulle norme e sulla fiscalità, semplificando le procedure amministrative oltre a incentivi e agevolazioni, sulla creazione di mercati per la sostenibilità, sull’affiancamento da parte delle istituzioni alle imprese, sia nelle problematiche di carattere tecnico e tecnologico, sia di assistenza all’accesso a risorse e servizi”.
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