In Sardegna

Lavoro, il report dell'Aspal: "Aumento anomalo delle dimissioni volontarie in Sardegna"

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CAGLIARI. Le occupazioni nel mercato del lavoro in Sardegna hanno registrato una forte crescita all'inizio dell'estate appena trascorsa, tuttavia a settembre si è registrato un importante calo. "Un’estate a due facce per il mercato del lavoro in Sardegna", scrive l'Aspal in un comunicato che ha realizzato un report sul mercato del lavoro nell'Isola. "Con una prima parte molto positiva con arrivi e presenze turistiche che hanno avuto un grande impatto sull'occupazione. La crescita ha raggiunto addirittura livelli simili all'estate 2019, quella prima del Covid. Turismo, servizi ricreativi e culturali, ristorazione solo per citarne alcuni, sono settori che hanno registrato dati molto incoraggianti", si legge.

"Dal report stilato dall’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Aspal emerge che  la fase espansiva si è arrestata a metà settembre quando si è verificata una nuova flessione dell’occupazione che ha riportato le attivazioni nette (attivazioni meno cessazioni) su livelli simili a quelli registrati nel 2020, quando la campagna vaccinale non era ancora partita. Le categorie  colpite più duramente sono sempre le più fragili: donne, giovani, stranieri, titolari di contratti part-time. A colpire nel Report è soprattutto la riduzione di attivazioni nette di contratti a tempo indeterminato. Un trend negativo cominciato in primavera e peggiorato nei mesi successivi, chiaro sintomo del prolungato clima di incertezza che si sta attraversando sin dall’inizio della pandemia. Le imprese sembra non abbiano ancora ripreso a compiere investimenti di medio e lungo periodo (i contratti a lungo termine rientrano fra questi). Inoltre, a peggiorare l’andamento di questo tipo di contratti, si è aggiunta a giugno scorso la fine del blocco dei licenziamenti che ha portato le aziende in difficoltà a mettere fine ad alcuni rapporti di lavoro.

Il report segnala inoltre un altro elemento di criticità che ha contribuito a ridurre le  attivazioni nette di contratti a tempo indeterminato: un significativo e anomalo aumento delle cessazioni volontarie (o dimissioni). Un fenomeno che si è verificato in molte parti del mondo, ribattezzato negli Stati Uniti come “Great Resignation” o “Big Quit”, le cui cause sono ancora poco chiare.

“Stiamo vivendo una situazione complessa e imprevedibile per la quale non esistono modelli previsionali con cui analizzare i fenomeni di lungo periodo” ha detto  la Direttrice generale Maika Aversano. “Per questo l’Aspal - ha continuato -  sta cercando di fare un monitoraggio attento e puntuale sul mercato del lavoro,  per cogliere più rapidamente possibile segnali che possano consentire di pensare e programmare azioni mirate”. La DG ha anche ricordato inoltre che prosegue  il lavoro sul territorio, in particolare la digitalizzazione dei processi, con l’obiettivo di migliorare sempre di più i servizi per il lavoro erogati dai CPI dell’Aspal.