CAGLIARI. “La prosecuzione in sede regionale dell'articolato iter del nuovo strumento urbanistico comunale trova però un imprevisto ostacolo nella eccezione di incostituzionalità della Legge Regionale 1/2021 (cd Piano Casa) recentemente sollevata dal consiglio dei ministri”. Lo scrivono nell’ultimo bilancio i manager della “Costa Turchese”, già Edilizia Alta Italia, società che vuole realizzare due alberghi di superlusso tra Capo Ceraso e Li Cuncheddi, territorio di Olbia. Ma questa non è una “normale” vicenda che vede un “normale” imprenditore che si scontra con le complesse norme urbanistiche della Sardegna. La vicenda, ricostruita da Franco Bechis su Il Tempo, racconta di Silvio Berlusconi ostacolato da una sua ministra, Maria Stella Gelmini, nella realizzazione di un’operazione immobiliare sulla quale punta da 30 anni.
Perché la società proponente è del Cavaliere, che ci prova da 30 anni e per portarlo in porto si era affidato al prode Adriano Galliani. E il rallentamento, ulteriore, è causato dall’impugnazione del piano casa, del gennaio 2021, della giunta Solinas deciso dal governo il 19 marzo: una beffa cucinata in casa azzurra, forse inconsapevolmente.
Già dagli anni Ottanta Berlusconi voleva realizzare il progetto Costa Turchese: alberghi, ville, un porto turistico, su 400 ettari. Il primo paletto lo mise un pastore, che vantava diritti di usucapione su parte di quelle aree.
Nel 2004 la prima rivisitazione, per andare incontro alle richieste del Comune di Olbia: il master plan non è più faraonico, ma resta il piano di investimenti milionari. Poi arriva Renato Soru, col suo Ppr, che blocca tutto. La tappa successiva della storia è datata 2017: la società, passata sotto la guida di Galliani, rimodula ancora il progetto, che passa da due milioni a 140mila metri cubi. A luglio 2020 la benedizione: c’è l’ok nel Puc del Comune guidato da Settimo Nizzi, uomo di peso di Forza Italia. A gennaio, con l’approvazione del piano casa in consiglio regionale, le ruspe iniziano a scaldare i motori. Il cantiere è pronto a partire. Ma due mesi dopo è il governo a rimettere tutto in discussione, impugnando la legge sarda davanti alla Corte costituzionale. A proporre la delibera è la ministra berlusconiana, Maria Stella Gelmini.
La norma è vigente, ha detto più volte l’assessore all’Urbanistica Quirico Sanna, quindi applicabile. Impugnazione non vuol dure bocciatura, è la tesi.
Ma nei documenti della società, riporta Il Tempo, si legge che “tale intricata situazione potrebbe sortire l'effetto di allontanare ulteriormente nel tempo il concretizzarsi delle legittime aspettative della società che- da oltre un trentennio- attende di potere dare avvio alle attività di sviluppo urbanistico delle aree”. L’incertezza non è amica degli affari.
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