CAGLIARI. A Cagliari c'è un processo che si è arenato perché il tribunale non trova un perito disposto a tradurre le conversazioni intercettate tra gli imputati di etnia Rom: prevale la paura di ritorsioni, perché la collaborazione con la giustizia - in qualunque forma - è considerata un tradimento nei confronti della comunità e la garanzia dell'anonimato offerta dallo Stato non basta.
La notizia è riportata da La Nuova Sardegna in edicola oggi. In aula pende il giudizio legato all'operazione Slot Machine, che nel 2019 aveva portato a numerosi arresti per rapine - ai danni di attività che avevano installato dei videopoker nel Sulcis Iglesiente. Alla sbarra c'è un gruppo di giovani di Carbonia e altri di etnia rom. Che parlavano e venivano intercettati. Ma gli inquirenti non possono sapere quello che si dicevano: l'ultimo perito incaricato dal tribunale ha rifiutato l'incarico ieri. I giudici si rivolgeranno a un'agenzia del nord Italia