CAGLIARI. Sergio Zuncheddu è l'editore de L'Unione Sarda dal 1999. Eppure per il sardo medio - anzi, meglio: per i sardi appena mediamente informati - è "solo" un imprenditore del settore delle costruzioni, proprietario del più importante giornale dell'Isola. Le sue foto sono rare, i video di più. Diventa allora una notizia un comunicato stampa che riporta una sua dichiarazione virgolettata su un tema come il referendum sull'insularità, propugnato dai Riformatori sardi. Zuncheddu si dichiara a favore: è la prima volta che l'editore di Burcei si schiera apertamente - fiori dalle colonne del quotidiano - su un tema strettamente politico. Batte un colpo in vista di una possibile discesa in campo in vista delle prossime regionali? Al momento non è dato saperlo. Si può solo leggere la nota inviata da Michele Cossa. Il titolo è: "Referendum insularità: vicini a quota 30 mila. Firma anche l’editore Sergio Zuncheddu". Di seguito il testo completo.
Continua la grande mobilitazione dei sardi sul referendum per il riconoscimento costituzionale dello status di insularità. Secondo le valutazioni fatte dagli organizzatori si sta per raggiungere il traguardo delle 30mila firme, per quanto si tratti di una stima approssimativa, essendo la raccolta attiva in quasi tutti i comuni della Sardegna.
Si moltiplicano le iniziative per il coinvolgimento di tutti i settori della società sarda. Dopo la manifestazione promossa dal comitato scientifico e quella organizzata dai sindaci venerdì prossimo sarà la volta delle associazioni imprenditoriali: Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Api Sarda, Confartigianato, Coldiretti e Confagricoltura. Continua a crescere anche il sostegno di esponenti del mondo produttivo, ultima delle quali quella dell’editore Sergio Zuncheddu.
“Aderisco volentieri all’iniziativa” ha affermato Zuncheddu. “Poiché lo Stato centrale mi sembra tuttavia distratto e impegnato su tanti fronti, c’è da aspettarsi almeno che i nostri parlamentari, eletti in Sardegna, trovino in Parlamento la forza di votare compatti, indipendentemente dall’appartenenza partitica. La storia ci dice che spesso non è stato così. Non potremo d’altra parte aspettarci di trovare le alleanze trasversali necessarie, se ci presenteremo divisi. È con l’unione e la compattezza tra noi sulle questioni che riguardano la Sardegna che possiamo sperare di riuscire a conseguire l’obiettivo di contribuire alla sua indipendenza economica.”