In Sardegna

Bancarotta fraudolenta per 15 milioni: nei guai due società del Sulcis

lampeggianti-gdf

IGLESIAS. Un sistema di frode che durava da oltre dieci anni: spostavano grosse risorse finanziarie in Africa a favore di quattro società costituite lì e riconducibili alla stessa famiglia. Non solo. Falsificavano bilanci, utilizzavano impropriamente il personale per lavori di cantiere in Zambia e in Marocco e così via. Protagoniste due società con sede nel Sulcis, operanti nel settore estrattivo e dei trasporti di minerali e che facevano parte dello stesso “gruppo” industriale, che sono state identificate dalla Guardia di finanza della Tenenza di Iglesias. 

A far luce sul sistema di frode sono stati i numerosi accertamenti fatti dagli investigatori, che si sono avvalsi dei canali di collaborazione internazionale e che hanno portato a termine una ricostruzione minuziosa dei fatti di gestione: le indagini si sono concentrate sul processo di internazionalizzazione della “capogruppo”, riuscito grazie al trasferimento di parte dell’attività industriale e allo spostamento di ingenti risorse finanziarie nel continente africano.

Amministratori di fatto e professionisti compiacenti, oltre alla falsificazione dei bilanci e del piano industriale nell’ambito della procedura concorsuale, effettuavano operazioni transnazionali al solo scopo di distrarre fondi dalla società, Le società finanziate erano costituite oltre confine con il trasferimento di grosse somme di denaro, operazioni di vendita di macchinari e il successivo riacquisto o noleggio di costose macchine operatrici. Altre pratiche distrattive si fondavano, essenzialmente, sull’utilizzo improprio del personale per attività svolte in un cantiere per la costruzione di strade in Zambia ed in una stazione di confezionamento del calcestruzzo a Meknes in Marocco).Gli investigatori della Tenenza di Iglesias hanno, accertato che le operazioni venivano documentate attraverso l’utilizzo di fatture “gonfiate” o, nei casi più gravi, totalmente false. Le indagini hanno consentito di accertare la bancarotta fraudolenta per oltre 15milioni di euro e di proporre il sequestro per equivalente delle risorse illecitamente sottratte.