NUORO. L’hospice di Nuoro sospende i ricoveri per mancanza di medici, la situazione è inaccettabile”. Lo denuncia la parlamentare e componente della Commissione affari sociali e sanità della Camera dei deputati, Mara Lapia.
“Quello che avevo preannunciato nella mia interrogazione al ministro Speranza sulle criticità dell’hospice di Nuoro, si è purtroppo verificato, e in maniera ancora più drammatica. Nella struttura che accompagna i pazienti oncologici nel fine vita è rimasto un solo medico palliativista: impossibile, dunque, non solo assicurare l’assistenza domiciliare ma anche garantire i ricoveri”. Aggiunge Lapia, che, la settimana scorsa, aveva chiesto al ministro della Salute un intervento su Regione e Ats per risolvere le perduranti criticità riguardanti la carenza di personale nella struttura del capoluogo barbaricino diretta dal dottor Salvatore Salis. “In queste condizioni – denuncia Lapia – è impossibile assicurare la continuità assistenziale nelle cure palliative, un diritto sancito dalla legge 38 del 2010 che garantisce l'accesso a cure palliative e terapia del dolore nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza per ogni tipo di sofferenza e ribadito in una recente sentenza della Cassazione. Il servizio, che sinora ha assicurato assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ai pazienti ricoverati nell'hospice solo grazie al grande spirito di abnegazione degli operatori, costretti ad estenuanti turni di lavoro e a saltare le ferie, è di fatto interrotto. Alla stessa maniera non sarà possibile seguire a domicilio gli altri pazienti che già venivano assistiti solo dal lunedì e al venerdì proprio per la carenza di personale". Per la deputata Lapia, capogruppo del Centro Democratico, che aveva fatto presente la drammatica situazione dell'hospice al commissario Ats Temussi e all'assessore regionale alla Sanità Nieddu durante l'assemblea svoltasi al teatro Eliseo di Nuoro, questa situazione drammatica deve trovare una soluzione immediata. "Non è pensabile - conclude la parlamentare - che Regione e Ats continuino a far finta di nulla di fronte alle sofferenze dei pazienti a fine vita e dei loro familiari: occorre risolvere definitivamente il problema , così come avevo prospettato nella mia interrogazione, con l’assunzione, senza ulteriori indugi, di altri medici e infermieri. Ora più che mai servono atti concreti e non parole."