In Sardegna

"Mio padre Modesto morto per Covid, le vittime in Sardegna erano 215: un numero, ma lui era ben altro"

Marica-Loche

 

 

CAGLIARI. "Mio papà è morto il 29 ottobre 2020, ucciso dal Covid 19". Inizia così lo scritto di Marica Loche, presidentessa dell'Aism di Cagliari. Un pensiero affidato ai social, "per quanto non sia facile affidare ai social il racconto di un amore unico e incondizionato". Ha deciso di farlo perché oggi, 18 marzo, è la giornata dedicata alle vittime del Covid.

Lei, usando  parole selezionate con cura, racconta chi era suo padre,  Modesto Loche. E perché ha deciso di farlo: perché "almeno la nostra memoria rimanga viva in ricordo di chi non c'è più". C'è un passaggio, in questo testo. Riguarda i numeri delle vittime fino a quel giorno, in Sardegna. Ecco, questo dimostra che i  numeri sono vite. 

Mio papà è morto il 29 ottobre 2020, ucciso dal Covid 19. Aveva 63 anni e 2 patologie con le quali avrebbe potuto vivere...

Pubblicato da Marica Loche su Giovedì 18 marzo 2021

Mio papà è morto il 29 ottobre 2020, ucciso dal Covid 19.
Aveva 63 anni e 2 patologie con le quali avrebbe potuto vivere ancora per tanto tempo.
Quel giorno il bollettino segnava 38322 deceduti in Italia, 215 in Sardegna.
Mio padre è stato la prima vittima del virus a Terralba.
Questi sono i numeri.
Ma papà era ben altro.
Si chiamava Modesto e, conoscendolo, veniva istintivo aggiungere "di nome e di fatto".
Era un uomo gentile e bello, molto bello. Alle parole preferiva i gesti silenziosi e gli sguardi che parlavano. Aveva un modo di sorridere tutto suo, sorrideva con gli occhi papà.
Ha dedicato la sua vita al lavoro, ed era talmente bravo che spesso i clienti lo definivano "un artista". Noi lo prendevamo bonariamente in giro chiamandolo il Giotto delle macellerie.
La sua grande passione è stata il Cagliari che ha tifato e sostenuto sempre, soprattutto nelle sconfitte.
Ha avuto un Grande Amore: noi, la sua famiglia. Mamma, io e Mattia. Ma è stato speciale anche nel ruolo di padre adottivo, figlio, fratello, genero, zio e cognato.
Un amico prezioso e presente non solo nel momento del divertimento ma anche e soprattutto in quello del bisogno.
Una persona onesta, affidabile e accogliente.
E chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, sa che queste non sono solo le parole di una figlia perdutamente innamorata del suo papà.
Recentemente, parlando di lui, mi è stato detto che era una persona con una tale predisposizione di bontà d'animo che era impossibile non volergli bene e che la sua impronta rimane indelebile all'interno della comunità terralbese.
Questo è il mio ricordo per papà (per quanto non sia facile affidare ai social il racconto di un amore unico e incondizionato) nella prima Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid19.
Sono consapevole che la pandemia ha colpito tutti duramente in termini economici, sociali e psicologici e che le conseguenze si faranno sentire ancora per tanto tempo. Ma le uniche vere vittime sono loro, le persone che senza un addio non torneranno mai a casa. Le stesse persone che non abbiamo potuto onorare nemmeno con un funerale decente.
Che questa giornata sia un momento di riflessione e raccoglimento intorno ad ogni singola vita perduta.
Che almeno la nostra memoria rimanga viva in ricordo di chi non c'è più.