In Sardegna

Cagliari, infermieri di Ortopedia sul piede di guerra: “Carichi di lavoro e turni insostenibili”

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CAGLIARI. Gli infermieri di Ortopedia di Cagliari sono sul piede di guerra. A denunciare a gran voce, e con una lettera indirizzata ai vertici aziendali dell'Aou di Cagliari, tutte le criticità assistenziali della Clinica ortopedica e Traumatologica, sono stati i rappresentanti Rsu del NurSind - sindacato delle professioni infermieristiche - Christian Cugusi, Valentina Bello e Luca Casula.

"Dopo il trasferimento della clinica ortopedica dall'ospedale Marino di Cagliari al P.O. Duilio Casula dell’Aou di tutta fretta - a seguito degli accordi intercorsi tra le due Aziende Sanitarie e la Regione Sardegna, per l’attivazione di ulteriori posti letto Covid nell’Ospedale Marino – si sono presentate ulteriori e insostenibili criticità legate allo svolgimento stesso della nostra professione".

I rappresentanti Rsu hanno affermato di essere esausti, ma pronti a qualsiasi azione, se la situazione non verrà risolta in tempi brevi: "La clinica ortopedica è ormai al collasso. I carichi di lavoro sono sempre eccessivi e ingestibili, per non parlare della sospensione delle ferie e della crescita esponenziale dell’eccedenza oraria, e la contestuale mancata fruizione dei recuperi delle ore. A questo si aggiungano le doppie notti programmate a cadenza mensile. Se in una condizione disperata come questa si continua comunque a fornire in qualche modo un servizio, questo lo si deve come sempre alla professionalità, alla dedizione, alle competenze, e allo spirito di abnegazione del personale sanitario, infermieri in primis, che dal 21 novembre si destreggia tra immani disagi e difficoltà. Insomma, a distanza di oltre tre mesi abbiamo avuto l’ennesima fregatura a nostro danno. A danno degli 'eroi della sanità', quelli che continuano a lottare contro la pandemia e ai quali è riconosciuta soltanto una misera etichetta".

Il rapporto infermiere - paziente, continua a essere ben al di sotto di quello stabilito dallo studio di settore RN4cast, che definisce di 1 a 6 il rapporto per garantire l’adeguatezza dell’assistenza e sicurezza per degente e operatore.  "Nella clinica ortopedica si raggiungono punte di 1 a 12, quindi il doppio del rapporto di sicurezza. La dotazione organica è estremamente contratta: per coprire i tre turni si ha la disponibilità di soli 11 infermieri turnisti, che si devono destreggiare tra incolmabili lacune organizzative e carenza di dispositivi e apparecchiature medico sanitarie, quali monitor multiparametrici, un termometro per 48 pazienti (e a volte neanche quello), una sola cardiolina mal funzionante per l’esecuzione degli Ecg, e per tre mesi un solo computer portatile per l’utilizzo dell’applicativo Bustermed per la somministrazione dei farmaci, per due moduli di pazienti in carico a due professionisti".

Oss. "Durante una riunione - hanno spiegato i sindacalisti - i coordinatori avevano chiesto il benestare degli Operatori Socio Sanitari alla fusione delle dotazioni organiche di Chirurgia e Clinica Ortopedica, all’interno del blocco G. I professionisti si sono mostrati subito diffidenti e titubanti, prevedendo il peggioramento delle condizioni lavorative. E così è stato. Infatti, i pochi Oss presenti in turno, sono costretti a scapicollarsi tra due strutture, e ormai sono sempre più spesso in servizio tre unità per 48 pazienti, addirittura due soli durante il turno della notte. Eppure, gli stessi coordinatori, avevano garantito un contingente minimo di 4 unità almeno nel diurno".

Pronto Soccorso. "Riteniamo inoltre – ha concluso Cugusi - che la gestione dei pazienti ortopedici che accedono alla sala gessi del Pronto Soccorso, non debba ricadere né sugli infermieri della degenza e tanto meno sugli infermieri del Pronto Soccorso. Sarebbe invece opportuno individuare personale dedicato alle esigenze assistenziali del servizio specifico, così da non sottrarre unità infermieristiche fondamentali alla Clinica Ortopedica e al Pronto Soccorso".