In Sardegna

Medici di base, la Regione bandisce i concorsi per coprire le 137 sedi carenti

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CAGLIARI. La Regione, con determina dell’assessorato della Sanità, ha approvato il primo dei due bandi per l’assistenza primaria che consentiranno l’assegnazione di incarichi a tempo indeterminato ai medici di base nelle sedi vacanti dell’Isola. 

In linea con quanto previsto dalla disciplina nazionale, si procederà subito all’assegnazione delle sedi non ancora bandite negli ambiti divenuti carenti nel 2018 (108 sedi) e successivamente, con un secondo bando, saranno assegnate quelle del 2019 (29 sedi) per un totale di 137 sedi vacanti. Le domande dovranno essere presentate dai candidati entro quindici giorni dalla pubblicazione dell’avviso sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna. Le sedi che dovessero risultare ancora scoperte al termine del primo bando saranno ripubblicate in quello successivo.

“Procedendo all’assegnazione delle sedi carenti ai medici di base – dichiara il presidente della Regione Christian Solinas – diamo una risposta concreta alle necessità urgenti delle comunità che vivono in tutti i territori della nostra Isola, avviando a soluzione problemi che arrivano da lontano e su cui stiamo lavorando con serietà e impegno fin dai primi mesi del nostro mandato. Abbiamo infatti ereditato una situazione con gravi lacune: in Sardegna risultavano non ancora bandite le sedi rimaste vuote fin dal 2014. In poco tempo siamo riusciti a recuperare un arretrato enorme e ora proseguiamo sulla strada che abbiamo tracciato con l’unico obiettivo di garantire ai cittadini il diritto all’assistenza e alle cure”.

“Siamo fermamente convinti dell’importanza del ruolo dei medici di base all’interno delle nostre comunità – aggiunge l’assessore alla Sanità Mario Nieddu – oggi più che mai, in ragione dell’attuale emergenza sanitaria, potenziare presenza e servizi sul territorio è fondamentale. L’attenzione per tutte le comunità è massima, dice l’assessore, e il potenziamento dei servizi di base è un obiettivo irrinunciabile non solo per la tutela della salute, ma anche per contrastare lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne”.