DOMUSNOVAS. "La scelta politica sull’attività della Rwm, fortemente discriminatoria e strumentale verso questa società e verso la Sardegna, rischia di vedere pesantemente compromessa un’altra importante attività industriale, con effetti gravissimi sul piano economico ed occupazionale". Prende posizione anche Confindustria sulla decisione del governo che ha sospeso l'autorizzazione all'export verso Arabia Saudita e Emirati arabi delle bombe prodotte dallo stabilimento di Domusnovas.
"Con Rwm Italia, che ha sempre operato nell’assoluto rispetto delle normative vigenti e degli impegni assunti ed autorizzati dal Governo, occupata in nuovi rilevanti investimenti nel territorio e ad assicurare lavoro diretto ed indotto ad alta qualificazione e specializzazione, viene pregiudicata nella nostra sola regione una industria del comparto difesa, da salvaguardare sul piano produttivo e comunque strategica su quello geopolitico nazionale ed europeo. Questo, in una parte del territorio sardo, il Sulcis-Iglesiente, notoriamente sempre più povero di aziende ed affamato i posti di lavoro", è spiegato in una nota degli industriali.
"La Sardegna, che da decenni ha un insuperabile e poco invidiabile primato nel prestare territori e risorse per gli interessi nazionali della Difesa, viene qui ingiustamente sacrificata nel suo valore produttivo ed occupazionale senza che si sia riusciti a costruire in quasi due anni soluzioni compensative ben praticabili in riferimento, ad esempio, alle ingenti commesse attribuite nel settore dallo Stato", è l'accusa, "Le provocatorie ipotesi di riconversione produttive risultano ridicole, in quanto impercorribili e velleitarie, per investimenti, competenze, tecnologie, attrezzature industriali e mercati totalmente alternativi e diversi rispetto agli attuali. Auspicare la riconversione equivale dunque a promuovere la chiusura dello stabilimento".
Rilevato come per gli armamenti destinati ad altri scenari internazionali altamente critici si siano utilizzati altri metri di valutazione e che si sia al contempo sottovalutato il miglioramento di una situazione specifica che non giustificherebbe l’inopinata revoca delle licenze di esportazione già rilasciate, "occorre ora un urgente e responsabile intervento politico ed istituzionale, dello Stato fortemente sollecitato dalla nostra Regione, affinché venga riequilibrato senso, effetto e parzialità della decisione assunta".