CAGLIARI. “Perché zona arancione? Il primo problema riguarda i dati sui posti letto delle terapie intensive”, è quanto afferma l’ex sindaco di Cagliari e consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda, scrivendo un lungo post sui social.
“Il numero di posti letto comunicato al Ministero della Salute a settembre non corrispondeva ai posti letto realmente esistenti. Figuravano solo sulla carta, ma per assenza di medici e infermieri non erano operativi. La Regione, in base alle deroghe governative, avrebbe potuto assumere medici e infermieri già a partire dal mese di marzo 2020. Nulla è stato fatto”, continua.
E sul nuovo reparto di terapia intensiva di 30 posti Zedda scrive: “In ogni caso, il reparto non è operativo per assenza di medici e infermieri. I concorsi per l'assunzione di personale sono ancora in corso. Al momento la nuova rianimazione non è funzionante, quindi ai fini del mantenimento della zona gialla è inefficace”.
Poi, secondo Zedda, ci sarebbe il problema della trasmissione dei dati. continua l’ex sindaco di Cagliari “sempre a metà gennaio il Ministero e l’Istituto superiore di Sanità hanno comunicato alla Regione che i dati forniti su malati e guariti erano incompleti. Le schede con i riferimenti dei pazienti devono essere compilate per intero, altrimenti il sistema nazionale non carica il dato. La Regione ha trasmesso schede incomplete e questa criticità era già stata segnalata dal governo settimane fa. I dati incompleti non vengono caricati e risultano inesistenti, anche questo ha determinato l’ingresso in zona arancione”.
Il consigliere regionale pubblica in allegato al suo post le immagini dal sito del ministero della Salute, aggiornate al 20 gennaio, dove sono visibili i dati che ci hanno portato in zona arancione.
“A pagina 5 si legge che il dato della Sardegna era sopra soglia già da tempo e in modo stabile. A pagina 8 i numeri della Sardegna evidenziati in rosso riportano anche un #, la spiegazione del simbolo si trova in basso e recita: ‘# Regioni dove è stato rilevato un forte ritardo di notifica dei casi nel flusso all’Istituto Superiore di Sanità che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile’.
In sintesi: i posti letto non sono attivi, il personale non è stato assunto, inviamo pochi dati e una parte di quelli che inviamo sono inutilizzabili. Questi gli elementi che ci hanno portato in zona arancione”.