CAGLIARI. "Sotto l’albero di Natale degli albergatori sardi non ci saranno pacchi regalo, ma solo promesse non mantenute". Federalberghi Sardegna lancia l’allarme sui ristori annunciati dalla Regione, fino ad ora giudicati "assolutamente insufficienti nonostante sia ormai certificato che in Sardegna, come in tutta Italia, sia proprio il turismo il settore più colpito dalla crisi economica legata all’emergenza Covid".
“Gli operatori turistici sardi, impegnati proprio in queste settimane nella programmazione della prossima stagione piena di incognite, non hanno ottenuto ancora gli aiuti promessi da chi ha da sempre sbandierato la massima attenzione su questa importante fetta del Pil regionale, quest’anno pesantemente assottigliata”, sottolinea il presidente Paolo Manca.
L’ultimo, in ordine di tempo, è il bando (R)Esisto da 67 milioni previsto dalla legge salva-Sardegna approvata nello scorso luglio per far fronte all'emergenza economica legata alla pandemia destinato alle micro, piccole, medie e grandi imprese di molti settori.
“A differenza di quanto annunciato questo bando non è dedicato al turismo, anzi per come è stato scritto, ha troppe falle e rischia di tagliare fuori la maggior parte delle aziende del nostro settore - sottolinea Manca -. Perché sono i criteri la parte più critica relativamente alle imprese alberghiere, incongruenti come avevamo già da tempo sottolineato all’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, e a tratti ridicoli. Proprio ieri l’assessora ha annunciato una revisione del bando. Ci auguriamo che le modifiche che apporterà agevolino e vengano incontro alle imprese turistiche”.
Il motivo del malcontento? “Le norme che prevedono la concessione dei contributi sulla base del mantenimento del 50% dei livelli occupazionali dell’anno precedente, di fatto escludono la quasi totalità delle imprese alberghiere perché il limite temporale da prendere in considerazione è quello tra l’11 marzo e il 30 giugno per le piccole e medie realtà del turismo. Come è possibile – si chiede Manca - pensare che gli alberghi stagionali (il 90 per cento di quelli sardi) nel 2020, anno di emergenza globale, potessero assumere personale in quei tre mesi, considerato il lockdown e ancora di più perché in quel periodo la Sardegna era chiusa per volere del presidente Solinas?”.
Ancora prima del bando (R)Esisto, però, i rappresentanti delle istituzioni sarde avevano promesso ingenti ristori, con l’istituzione del fondo Bei: “A oggi non ci sono nemmeno le graduatorie delle imprese beneficiarie che hanno partecipato a quel bando, che comunque raggiungerà solo in minima parte le imprese turistiche sarde”, fanno notare gli operatori. “Siamo consapevoli che sono moltissimi i settori colpiti da una crisi senza precedenti come quella legata all’emergenza sanitaria, ma è chiaro che il turismo sarà quello che più perderà e sul quale pesano più incertezze, anche legate al mondo del trasporto aereo. Alle parole non sono seguiti i fatti: nel 2020 nelle casse delle imprese turistiche non è arrivato ancora nemmeno un euro”.
- Redazione