In Sardegna

Riapertura scuole, Progressisti: "Serve un piano che tenga conto delle esigenze dei territori"

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CAGLIARI. “In Consiglio regionale discuteremo nei prossimi giorni la proroga per il Piano Casa, ma nessuno dimentichi la scuola”. Laura Caddeo, consigliera regionale dei Progressisti, già dirigente scolastica, richiama il presidente Solinas a un impegno preciso in vista della ripresa delle lezioni in presenza: “A oggi”, continua, “la riapertura degli istituti è prevista a livello nazionale per il 7 gennaio: non vorremmo che l'urgenza di approvare una legge che prevede cemento nelle coste e nell'agro a uso e consumo di pochi, faccia passare in secondo piano provvedimenti che interessano migliaia di ragazze e ragazzi e di riflesso le loro famiglie: qualunque sia la data della riapertura, la Regione ha il dovere di farsi trovare pronta in particolare per quanto riguarda i trasporti degli studenti”.

Fondamentale, spiega Caddeo, prima firmataria di un'interrogazione sottoscritta da tutti i Progressisti, differenziare le soluzioni a seconda dei territori: “Già la ministra Azzolina ha sottolineato che il problema dei trasporti non può essere affrontato solo a livello nazionale, quindi le Regioni giocheranno un ruolo fondamentale. In questo senso sono già state coinvolte le Prefetture, ma è fondamentale che la Regione Sardegna valuti per tempo tutte le situazioni”. In questo ragionamento l'Ogliastra, a esempio, non può essere considerata come la Città metropolitana di Cagliari. Lo stesso vale, ancora, per il Nuorese, il Medio Campidano o il Sassarese: “Situazioni diverse in tutta l'Isola che richiedono soluzioni diverse: è urgente predisporre un piano che tenga conto delle peculiarità dei territori”.

Non possono bastare neanche gli orari differenziati di ingresso e uscita dagli istituti perché “possono aiutare a risolvere i problemi solo nelle aree urbane. Occorre valutare, piuttosto, che ci sono studentesse e studenti costretti a partire da casa la mattina prestissimo e a rientrare solo a tarda sera, perché impegnati nelle ore destinate alle attività laboratoriali o nell'alternanza scuola-lavoro, con evidenti risvolti negativi che incidono in primo luogo sul rendimento scolastico e poi sul tasso di dispersione”.

“Dove sono finiti”, chiede la consigliera regionale, “i tre milioni di euro stanziati con la legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale il 1 ottobre 2020? Serve un piano urgente, altrimenti sarà il caos totale e soprattutto la dimostrazione che, ancora una volta, la Regione Sardegna guidata dal centrodestra si limita a rincorrere le emergenze senza prospettare soluzioni percorribili”.