ARITZO. "Cinque paesi, 500 bambini, nessun pediatra". A denunciarlo sono i sindaci di Aritzo, Belvì, Desulo, Gadoni e Meana Sardo, dove su 6797 persone 500 sono in età pediatrica. Da gennaio i bambini di questi paesi non hanno un medico di base, salvo soluzioni temporanea, ma ora i genitori lanciano l'sos. "I bimbi hanno bisogno di un certificato medico di un pediatra per tornare a scuola - si legge in una nota congiunta - in assenza di uno specialista non possono averlo, quindi sono costretti a rimanere rinchiusi a casa. Senza neanche sapere se hanno contratto il coronavirus, non hanno la possibilità di fare un tampone, perché la prescrizione non c’è".
Diversi i problemi: "Sul Buras (bollettino ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna) - scrivono i sindaci - hanno pubblicato un bando per la ricerca di un pediatra disposto a trasferirsi in Barbagia. Scelta non facile per un professionista che deve rassegnarsi a una paga inferiore rispetto a quella dei suoi colleghi massimalisti. Lo stipendio si definisce sul numero dei pazienti, il massimale è 800. Con 500 pazienti, come in questo caso, potrebbe arrivare al massimo al 62,5 per cento del compenso economico. Inoltre ci sarebbe il problema legato agli spazi dedicati all’attività professionale. Uno spazio da prendere in affitto in almeno tre paesi e maggiori spese per gli spostamenti da un comune all’altro".
Aritzo e Meana Sardo si stanno già attrezzando per trovare un spazio comunale da offrire gratuitamente al professionista che si dimostrasse interessato. Desulo ha già un suo spazio. Tutti temono di dover battagliare per non fare la fine di Fonni, rimasto senza pediatra per quattro anni. E mentre i sindaci Gualtiero Mameli (Aritzo), Gigi Littarru (Desulo) e Marco Demuru (Meana Sardo) fanno pressing con la regione per raggiungere lo scopo, i genitori, sempre più preoccupati, si preparano a formare un comitato per far sentire la loro voce.