Il direttore dell'Orto botanico propone poi di realizzare "strutture di sostegno per quegli esemplari più precari dal punto di vista della stabilità strutturale" e magari migliorare anche la qualità del terreno, "ripristinare la pacciamatura naturale e una irrigazione di soccorso, effettuare cicli di concimazione nei periodi più freschi dell'anno e monitorare costantemente l'evoluzione della alberatura nel suo complesso e di ciascun esemplare nello specifico".
Soluzioni che, ovviamente, hanno dei costi "non solo economici - dice Bacchetta - ma necessitano tempo e accettazione da parte della popolazione".