In Sardegna

Mercato ittico, i titolari dei box: "Abbassateci il canone"

 

 

 

 

CAGLIARI. Sette oppure ottomila euro al mese. A tanto può ammontare un costo di un box all’interno del mercato ittico se si contano anche le spese per i dipendenti. Gli affari non si fanno più come una volta. La crisi si fa sentire, il covid ha peggiorato le vendite toccando anche un -50 per cento. Così i 20 titolari dei box del mercato di viale La Playa si sono rivolti al comune di Cagliari per chiedere almeno l’abbassamento del canone mensile: 2300 euro al mese per 38 metri quadrati.

Fino ad ora l’amministrazione comunale ha concesso la mensilità del mese di marzo gratuita. Gli affari erano crollati, impossibile riuscire a pagare l’affitto. “Dopo le 14 paghiamo anche il fuori orario”, spiega Giancarlo Strazzera, portavoce dei 20 titolari dei box, “10 euro ogni volta che si introducono le merci, questo costo incide molto, a volte spendiamo dalle 500 alle 1000 euro al mese in più, che vanno sommate al canone mensile”. Cosi succede che talvolta i soldi non bastano neanche per coprire le spese, e la merce a fine giornata, quando rimane, viene regalata. Questo perché i macchinari per conservarla non sono più attivi. “Non sono più attive né la fabbrica del ghiaccio e neanche le celle di supporto”, dice Strazzera, “ci sono ma sono dismesse perché gravavano ulteriormente sul bilancio e per fare in modo che anche noi avessimo un bilancio più leggero, ci hanno tolto dei servizi fondamentali”. Altro problema del mercato nato negli anni 90, è un’area che non è mai stata inaugurata: la tribuna elettronica. Sarebbe dovuta servire per smerciare le cassette dei prodotti invenduti, ma non è mai entrata in funzione. Ha anche un ingresso a parte per le cassette delle merci da mettere all’asta. Secondo indiscrezioni, solo l’orologio che avrebbe determinato l’oscillazione del prezzo, sarebbe stato pagato un miliardo di vecchie lire. La porta è chiusa a chiave. La merce oggi viene venduta nella sala contrattazioni dai concessionari.