PORTO TORRES. La trasformazione della Torre Aragonese di Porto Torres da monumento simbolo della città a emblema dell’incuria. Questo è il messaggio dei Riformatori Sardi che intendono attirare l’attenzione delle istituzioni denunciando il precario stato di conservazione monumento che fa parte del preziosissimo patrimonio culturale turritano.
Un monumento tutelato con apposito decreto dal MiBACT e inserito dalla Regione tra i Beni Identitari da proteggere e valorizzare. Enrico Costa a proposito della torre di Porto Torres ha scritto che fu la corona d’Aragona che ordinò la costruzione della torre dando disposizioni all'ammiraglio Francisco Carroz, il quale la ultimò nel 1326. In base all'importanza del sito da sorvegliare fu edificata un imponente torre "Gagliarda", che era armata da almeno quattro cannoni. In un disegno del 1608, realizzato da Erasmo Magno in occasione di una visita a Porto Torres, la torre appare in primo piano nella sua forma ottagonale. Pertanto risulta l’unico esempio architettonico a pianta ottagonale del complesso costiero militare delle torri erette nell’isola per proteggere la popolazione dalle incursioni barbaresche Da anni la torre è chiusa al pubblico a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie un cui si trova.
"Ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che sia stata dimenticata", scrivono i Riformatori, "La torre aragonese di Porto Torres nel 2010 è stata anche il simbolo della protesta dei lavoratori della Vinyls, ma sembra che insieme alla morte delle speranze dei lavoratori sia defunta anche l’attenzione delle istituzioni cittadine". Eppure proprio la manifestazione per il lavoro doveva risultare da stimolo per spingere proprio le istituzioni a ricercare nuove opportunità di sviluppo da contrapporre alla caduta occupazionale determinata dalla crisi dell’industria chimica, puntando, a parere dei Riformatori, sulla valorizzazione dei Beni Culturali e sul turismo culturale. "Sappiamo anche di una interessante tesi di laurea della giovane turritana Grazia Carcangiu (Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica) che propone nella parte che riguarda la comunicazione e la rappresentazione, il “Museo delle torri”. Insomma, in tanti si interessano alla nostra Torre Aragonese ma sono esclusi invece coloro che dovrebbero occuparsene seriamente".