In Sardegna

Il M5s: in Sardegna 2000 corrieri sfruttati e sottopagati

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CAGLIARI. “Lavoro nero, contratti irregolari, paghe indegne e inaccettabili. In una parola: sfruttamento. Tra le pieghe di un sistema di appalti e subappalti, anche il settore del trasporto merci, nel quale in Sardegna sono occupati circa 2 mila lavoratori, ha subito un grave peggioramento delle condizioni contrattuali e lavorative, diventate sempre più precarie. Se fino a dieci anni fa il mondo delle spedizioni era in mano ai cosiddetti padroncini, oggi a fare da padrone sono le grandi multinazionali (come Dhl e Sda, per citarne alcune), aziende che ricorrono sempre più spesso alle cooperative per la gestione delle consegne dell’ultimo miglio”. La denuncia è della capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale Desirè Manca, che chiede "l’intervento del presidente Solinas e della Giunta affinché venga istituito un osservatorio regionale con la costituzione di un tavolo permanente di cui facciano parte i Prefetti di Sassari e Cagliari, le Forze dell’Ordine, i delegati rappresentanti dell’ispettorato del Lavoro, quelli dell’Inps, l’assessore al Lavoro e tutte le sigle sindacali del settore trasporti. Una vera e propria task force capace di incrociare i dati in possesso e tutelare gli addetti al trasporto merci della Sardegna”.

Stando alle informazioni in possesso della Manca "le cooperative offrono agli autisti contratti part-time, generalmente da quattro ore al giorno, quando in realtà prestano servizio anche per dodici ore, per uno stipendio netto che si aggira attorno ai 1.100 - 1.200 euro al mese, addirittura raggiunto grazie a voci compensative come rimborsi spese o trasferte. Gli impiegati nelle cooperative sono costretti ad accettare straordinari non pagati, a dover lavorare nei festivi senza maggiorazioni e a subire la cancellazione di giorni di ferie non godute. I ritmi, com’è noto, sono insostenibili al punto che talvolta i corrieri non riescono nemmeno a fare la pausa pranzo né ad avere il riposo settimanale. Condizioni che non possono lasciare indifferenti. Abbiamo il dovere di metterci al lavoro per dire basta a queste vili speculazioni al ribasso che, di fatto, altro non fanno se non lucrare sulle spalle dei cittadini. In questo caso, tra l’altro, di lavoratori che svolgono un lavoro usurante e di pubblica utilità”.