CAGLIARI. Il pasto degli studenti universitari a Cagliari? Panino, a pranzo e cena, una bottiglietta d'acqua e un budino. Questo distribuiscono le mense dell'Ersu, gestite da una ditta appaltatrice, per rispettare le norme di sicurezza contro il Covid.
"Con il benestare degli uffici", accusa il consigliere di amministrazione dell'ente per il diritto allo studio Gianluigi Piras. "Non sono mai stato informato preventivamente di questa soluzione e me ne dissocio totalmente", avverte. Oltre a violare le basilari condizioni per una sana alimentazione risulta a tratti offensiva del buon senso, dei diritti degli studenti, della qualità e della proporzionalità al valore medio dei singoli pasti da sempre forniti dalle mense universitarie in capo all’Ersu di Cagliari. Oltre tutto il menù in questione (se così si possa chiamare) non tiene conto delle varie esigenze alimentari degli studenti: celiaci, intolleranti al lattosio, studenti musulmani che scelgono di non mangiare carne di maiale, vegetariani".
QUI IL "CESTINO" PROPOSTO AGLI STUDENTI
Ma le pecche del nuovo sistema non sono finite: "I pasti non verrebbero distribuiti la domenica, e ciò sarebbe causa di forti disagi per gli studenti alloggiati nelle case poiché al momento non possono disporre delle cucine interne a causa delle norme di prevenzione al Covid. Secondo queste disposizioni, il pasto si dovrebbe prenotare entro le 15:30 del giorno prima e se, ad esempio, uno studente non potesse ritirarlo per cause di forza maggiore, l’importo verrebbe comunque scalato e detratto".
Piras chiede la sospensione immediata della soluzione, "la rimozione per successiva rettifica della notizia dal sito istituzionale dell'Ente in attesa di un incontro urgente del cda, alla presenza dei Dirigenti degli uffici competenti, per intervenire tempestivamente contro quello che considero un sopruso per gli studenti stessi e per i loro sacrosanti diritti".
La protesta dei rappresentanti degli studenti