La nostra intervista a Leonardo Gelleri, amministratore della Geco Srl
ORISTANO. In municipio, a Magomadas, c'è una stanza dedicata alle testimonianze: quelle dei residenti del paese che vengono chiamati dalla Forestale, incaricata dalla Procura di Oristano, a raccontare della loro convivenza con l'impianto di smaltimento di fanghi - reflui fognari - gestito dale Geco Srl, finito al centro di una contesa che sembra essere senza fine.
C'è un'indagine in piedi, e in questi giorni il paese è di nuovo in fermento. La società, a quanto pare, è venuta a conoscenza di quanto sta accadendo attraverso "messaggi inviati ai consiglieri da Emanuele Cauli - sindaco di Magomadas - e da alcuni post pubblicati su Facebook, secondo i quali l’amministrazione locale ha destinato una stanza del Comune per tali incontri". E la reazione è stizzita. Perché le carte, stando a quanto riferito dal socio di Geco Bonifacio Angius, dicono che l'impianto è in regola. E tutti i ricorsi sono stati respinti. Se si deve indagare, dicono dalla Geco, sentite anche noi.
In una nota la società contesta le modalità di conduzione dell'indagine, sulla base degli elementi a conoscenza degli amministratori. "Abbiamo inviato una Pec alla Procura di Oristano", si legge in una nota, "per chiedere riscontro su alcuni incontri che si starebbero svolgendo tra l’Ispettore della Forestale Grussu, su incarico della Procura, e i cittadini che lo desiderano per ascoltare i loro pareri personali sull’azienda Geco. Il management ha appreso queste notizie da messaggi inviati ai consiglieri da Emanuele Cauli - sindaco di Magomadas - e da alcuni post pubblicati su Facebook, secondo i quali l’Amministrazione locale ha destinato una stanza del Comune per tali incontri".
Nella lettera l’azienda chiede la possibilità alla Procura di Oristano di verificare la veridicità dei messaggi pervenuti via WhatsApp e, nel caso di conferma, di capire l’opportunità di un’iniziativa di tal genere.
“Siamo anzitutto sorpresi di venire a conoscenza di una tale azione riguardante direttamente la nostra azienda attraverso WhatsApp e Facebook e riteniamo quanto mai anomala questa modalità di audizione di cittadini privati, una sorta di “Ufficio Reclami” organizzato direttamente nei locali del Comune di Magomadas", ha detto Angius.
“Siamo convinti che le indagini debbano essere portate avanti, ma che le stesse debbano coinvolgere tutte le parti in causa, quindi anche la nostra azienda. Ribadiamo la nostra assoluta disponibilità a confronti e dibattiti, oggi come nei mesi scorsi. L’azienda è solida, l’impianto rispetta tutte le regole e le normative vigenti come stabilito dalle Autorità competenti più volte”.
“L’impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione di Magomadas può continuare ad operare”: così ad aprile la Provincia di Oristano, secondo la nota della società, aveva chiuso la conferenza di servizi tenutasi a febbraio, dichiarando che non vi erano ragioni per annullare in sede di autotutela le autorizzazioni precedentemente concesse alla società Geco e respingendo tutte le presunte violazioni normative mosse dal Comitato civico locale e da diversi altri soggetti che avevano chiesto lo stop dell’impianto.
"Nonostante il parere positivo all’impianto, Cauli e la giunta hanno dato incarico a uno studio legale cagliaritano, per una cifra considerevole di quasi 12 mila euro, di impugnare la determina dell'ente davanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri", spiegano dalla Srl. Da Roma avrebbero stabilito che “l’opposizione proposta dal Comune è inammissibile. L’inammissibilità dell’opposizione emerge anche in relazione alla legittimazione del Comune ad esperire questo rimedio avverso la determinazione conclusiva della conferenza di servizi”.
“Rispettiamo la legge e le norme e da sempre siamo andati anche oltre. Alcuni cittadini, già da tempo, hanno comunicato la presenza di odori e un maggior numero di mosche sul territorio. Abbiamo investito e stiamo continuando a investire su interventi migliorativi, dal punto di vista strutturale, e di mitigazione di questi fenomeni per ridurre ulteriormente le emissioni odorigene e la presenza di insetti che, vorrei ribadire, sono già sotto la soglia stabilita dalla legge. A riprova di ciò alcuni degli stessi cittadini hanno ammesso che da circa venti giorni non si percepisce più alcun fastidio. Al fine di fare chiarezza, auspichiamo che dalle chiacchiere si possa passare ai fatti, attraverso l’effettuazione di controlli strumentali, scientifici e oggettivi sulle emissioni odorigene che possano dare conto della reale situazione dei fatti”, ha continuato Angius. “Aspettiamo una risposta formale dalla Procura auspicando che si possa essere ascoltati e che certe “indagini” sulla nostra azienda possano essere in futuro portate avanti con un nostro maggiore coinvolgimento”, ha concluso.