CAGLIARI. Anche a Cagliari, come in tutte le piazze dei capoluoghi italiani, medici, studenti e professionisti del mondo sanitario scendono in piazza con un sit-in di protesta per chiedere l'aumento delle borse di specializzazione. L'appuntamento è per venerdì 29 maggio in piazza Garibaldi: i manifestanti indosseranno il camice bianco e una mascherina segnata con una X rossa e il numero 29. "Ogni anno - si legge nel comunicato del Segretariato Italiano Giovani Medici Sardegna - migliaia di giovani laureati non riescono a proseguire la loro formazione in ambito specialistico o della Medicina generale, rimanendo nel limbo del precariato. Chi riesce ad accedere alle Scuole di Specializzazione, viene trattato a tutti gli effetti come manodopera qualificata a basso costo".
La manifestazione è organizzata da Associazione Salviamo Ippocrate, Chi si cura di te?, ER - Ex Rappresentanti in prima linea, Farmacia Politica, Link Area Medica, Materia Grigia, Reset UniCa e dal Segretariato Italiano Giovani Medici Sardegna.
"Lo Specializzando o il Corsista di Medicina generale sono figure avvolte dal mistero - continuano gli organizzatori - non sono lavoratori, non sono studenti, non hanno le piene tutele né dell’una né dell’altra figura. Il numero di contratti di formazione in Italia è da anni insufficiente a coprire le esigenze del Paese, e quelli che ci sono offrono un trattamento economico tra i più poveri in Europa. Questa è la realtà che viene celata dall’ideale del medico ricco, statale e nullafacente, che spesso viene considerato il responsabile del degrado del Sistema Sanitario".
Una protesta contro "chi ancora permette che i giovani medici vengano sfruttati e abbandonati al precariato", denuncia il segretariato, "In questo contesto, la nostra mobilitazione permanente non è una lotta di classe, ma un atto di resistenza contro i meccanismi malsani che negli ultimi anni hanno minato il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Difendere i nostri diritti è la base per difendere i diritti di tutti, perché il futuro dell’assistenza sanitaria siamo noi. Gli strumenti che stiamo rivendicando sono indispensabili per poter dare il nostro sostanziale contributo al sistema della Salute. La nostra mobilitazione è totalizzante e riguarda non solo il personale sanitario, ma chiunque abbia a cuore la propria salute".