In Sardegna

Spaccio e furti tra San Teodoro e Budoni: scattano gli arresti

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SAN TEODORO. Avevano creato una fitta rete di clienti e fornitori per lo spaccio tra San Teodoro e Budoni, escogitando ingegnosi stratagemmi e usando linguaggi criptici per consegnare le dosi richieste. Si è conclusa con 4 arresti la complessa indagine dei carabinieri della tenenza di San Teodoro su un giro di spacciatori che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, reperivano all'ingrosso quantità considerevoli di droga a un prezzo più vantaggioso per poi reimmetterla nel mercato al dettaglio.  Oltre ai 4 finiti agli arresti domiciliari, per altre 5 persone è scattato l'obbligo di dimora. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e furti.

Il provvedimento cautelare è arrivato al termine di un'attività d’indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Nuoro guidata dal Procuratore Patrizia Castaldini. Gli indagati tentavano di eludere i controlli tenendo il massimo riserbo tra di loro, con precise direttive ai clienti che spesso "ritiravano" lo stupefacente acquistato in luoghi come cespugli o pali della luce, senza avere il contatto diretto con lo spacciatore. Dalle indagini, inoltre, è emerso come spesso i soldi ricavati fossero destinati a un investimento immediato in altra marijuana e cocaina: così continuava ad alimentarsi un circuito in piena espansione, tanto da raggiungere clienti “fidelizzati” che a distanza tra una stagione estiva e l'altra ricucivano il contatto.

I carabinieri di Siniscola hanno iniziato così sopralluoghi, perquisizioni e sequestri. I fatti accertati hanno portato alla contestazione in poco meno di 8 mesi di numerosissime condotte di cessione al dettaglio e di altrettanti acquisti “all’ingrosso”, ma anche di tre furti. Il primo ai danni di un “concorrente”, per reperire un ingente quantitativo di stupefacente che quest’ultimo aveva in casa. Il secondo ai danni di un esercizio commerciale: i tre complici, in questo caso, avevano rubato 4000 euro, somma che invece di essere equamente divisa era diventata il provento del terzo furto ad opera di due di loro, che si sono introdotti nell’abitazione del terzo per impadronirsi dell’intero ammontare da reinvestire nel traffico di droga.

L’indagine è partita dopo la denuncia di un giovane della zona, trovato in possesso di una grossa quantità di marijuana a gennaio di un anno fa. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di smascherare la sua rete di contatti e di arrivare così ai 9 indagati.